Giarre, gli studenti tornano in piazza per scioperare

 


Contro tutte le riforme della scuola, contro tutti i ministri dell’istruzione, contro scelte della politica e per i motivi più vari negli scorsi decenni erano normali le proteste degli studenti, un gesto consono all’età dell’adolescenza in cui si forma la personalità, anche contestando gli adulti. Che cosa ha voluto dire, per anni,  l’assenza di scioperi organizzati dagli studenti delle superiori a Giarre, “città delle scuole”, che raccoglie ogni giorno migliaia di studenti provenienti da tutto il comprensorio? Un silenzio che avrebbe dovuto far riflettere. Frattanto, ieri i ragazzi, dopo tanti anni, sono tornati a scioperare, di loro iniziativa e non per iniziativa di adulti che, negli anni passati, li hanno spesso invitati per affollare  cortei per smuovere le coscienze di altri adulti. La manifestazione era regolarmente autorizzata e presidiata da due pattuglie dei carabinieri e ha visto i ragazzi di nuovo gridare con un megafono le loro richieste: innanzitutto svegliare il territorio, chiedere alla Città metropolitana e a tutte le istituzioni di investire maggiormente nella scuole, dove ci sono problemi strutturali. I ragazzi sanno e hanno denunciato la perdita di risorse preziose come, purtroppo, spesso accade in Sicilia che non sa spendere i soldi che le vengono assegnati. Erano presenti ieri ragazzi di tutte le scuole, grazie alla collaborazione tra tutti i rappresentanti d’istituto.

Non sono mancati riferimenti all’attuale contesto politico nazionale e internazionale: i ragazzi non condividono la corsa al riarmo e ritengono che una nazione innanzitutto deve offrire ai propri cittadini, innanzitutto, la possibilità di istruirsi e di curarsi adeguatamente.


Maria Gabriella Leonardi

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