San Giovanni Montebello cerca il proprio riscatto

 



San Giovanni Montebello cerca il proprio riscatto e un gruppo spontaneo di residenti ha organizzato una giornata per promuovere il territorio e le sue tradizioni. «Purtroppo San Giovanni da centro si è trasformato in periferia», dice il prof. Giovanni Patanè, uno dei promotori, che aggiunge:«Ci sono buoni propositi e anche una voglia di risveglio da parte della comunità».

Durante l’iniziativa, Patanè ha guidato una passeggiata sulla “trainara”, antichissima via di collegamento tra l’Etna e il mare che passa anche da San Giovanni e interseca la via Filippo Meda all’altezza del cosiddetto “Atareddu a quattru facci” che si trova nei pressi dell’agriturismo “Ciliegio dell’Etna. La passeggiata è durata un’ora e mezza e prevedeva la lettura e l’interpretazione del paesaggio; realizzata anche una drammatizzazione sugli antichi mestieri a cura della compagnia “Gli amici del teatro” di San Giovanni Montbello. I mestieri rappresentati, per motivi vari, avevano a che fare con la trainara: i “vastasi” (portatori di carichi pesanti), gli “urdunara” (chi aveva asini e muli per trasportare merci per viaggi un po’ più lunghi) e gli “zaurdi” (i contadini). Tutti termini che hanno poi acquistato una connotazione dispregiativa mentre si trattava soltanto dei lavori più umili. «Ringrazio – dice Patanè - la prof.ssa Maria Rosaria Grasso, il prof. Gaetano Papa e l’avv. Sidro Barbagallo per le preziose notizie sulla trainara che mi hanno fornito».

Dopo la passeggiata il prof.Orazio Catalano, docente di materie agrarie negli istituti superiori, ha presentato le erbe spontanee usate per l’alimentazione e le loro proprietà. Di seguito, una dimostrazione di come si preparano la tuma e la ricotta. Dopodiché Gianluca Lazzaro, apicoltore, ha illustrato le caratteristiche dell’ape nera, una delle poche specie autoctone rimaste in Sicilia. Non poteva mancare una degustazione di vini prodotti da un’azienda vitivinicola sangiovannese prima del pranzo con un menù a base di erbe spontanee, ricotta e miele. L’esperienza sarà ripetuta: «Intendiamo organizzare – conclude Patanè - altre giornate per valorizzare quanto abbiamo a San Giovanni Montebello, sia in termini di struttura che di tradizioni enogastronomiche». 

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 10 dicembre 2021

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