Giarre, in un vecchio edificio nuovi locali parrocchiali per la comunità San Camillo

 

Un ampio vecchio edificio in via Luigi Sturzo n. 224 è stato donato da un coppia di coniugi alla Diocesi che, a sua volta, per volontà del vescovo Antonino Raspanti, l’ha donato alla parrocchia San Camillo di Peri. L’edificio sarà ora ristrutturato grazie a un finanziamento di 860mila euro e ospiterà l’oratorio, attività caritative e la casa canonica. Quello che una volta era un palmento diventerà anche una sala conferenze. Venerdì sono stati consegnati i lavori nella curia, alla presenza di mons. Giovanni Mammino, vicario generale, don Angelo Milone, direttore Ufficio beni culturali ecclesiastici, don Alfio Sauta, parroco e l’impresa.




La struttura, ormai ridotta a rudere, era una casa padronale. «Ci darà un respiro maggiore per le nostre attività – dice don Alfio Sauta – il quartiere si è ingrandito molto negli ultimi decenni. Ad esempio la nostra Caritas distribuisce generi alimentari e vestiti, ma non abbiamo un locale dove stoccare i materiali, ci manca una sede adatta». L’immobile è di circa 450metri quadri e in più c’è un terreno di 800 mqche potrà essere attrezzato per un’area giochi.

L’edificio apparteneva ai coniugi Pelluzza che l’hanno donata in memoria dei figli Mario e Sebastiano perché vi si realizzasse un’opera sociale. Il vescovo, sapendo che la comunità di San Camillo non disponeva di locali di proprietà, l’ha donata alla parrocchia e ha sostenuto questo progetto, sposato dalla Cei. L’opera prevede una spesa pari a 860mila euro, finanziato per il 70% dalla Conferenza episcopale italiana con il contributo 8×1000 alla Chiesa Cattolica ed il restante 30% dalla parrocchia, attraverso una raccolta fondi. 305mila euro la somma che deve versare la parrocchia come proprio contributo ma, come spiega don Alfio, da tanti anni la comunità risparmiava e gran parte della somma è stata raccolta, per la parte mancante si dovrà continuare a raccogliere anche perché occorrerà provvedere all’arredamento e a quanto serve per l’accoglienza. Grande soddisfazione è stata espressa anche da don Angelo Milone.

I lavori dovranno essere ultimati entro tre anni e sono stati autorizzati dal Comune, dal Genio Civile, dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania e dalla Diocesi

Maria Gabriella Leonardi

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