Milo, l'appello dei sindaci dei "comuni vulcanici"

 


«Il Governo nazionale dichiari subito lo Stato di emergenza per i comuni vulcanici danneggiati dalla cenere dell’Etna dove l’arrivo delle piogge evoca scenari apocalittici». E’ l’accorato appello lanciato ieri, a Milo, da 5 sindaci di comuni colpiti dalle piogge di cenere vulcanica:  Angelo D’Anna (Giarre), Alfio Cosentino (Milo), Giuseppe Nicotra (S.Alfio), Salvatore Greco (Santa Venerina) e Salvatore Russo (Zafferana Etnea).

Nel corso dell’incontro, in segno di protesta si sono simbolicamente sfilati la fascia tricolore. Chiedono il riconoscimento dello status di “Comuni Vulcanici”  e che Stato e Regione prevedano ristori e agevolazioni fiscali a favore di amministrazioni, cittadini e imprese vessati dalle spese per ripulire la cenere oltre che dai danni alle attività economiche.

I sindaci, in una nota, spiegano: «La situazione è tragica, ci siamo indebitati tutti oltre ogni limite per essere vicini alle nostre comunità e fronteggiare le emergenze della viabilità all’indomani di ogni episodio parossistico. Ma adesso siamo allo stremo: rischiamo il dissesto finanziario e quindi di non poter più neanche erogare servizi essenziali ai nostri concittadini».

Presenti all’incontro Anthony Barbagallo (segretario regionale Pd Sicilia); Nino Marino (segretario regionale Uila), Francesco Musumeci e Francesco Costantino (Confesercenti Catania), Carmelo Calì (Confconsumatori), gli imprenditori Francesco Federico (Ad Acque Cavagrande Spa), Venerando Faro (Ad Azienda Faro), Renato Maugeri (presidente Limone dell’Etna Igp), i produttori vitivinicoli Angelo Iuppa e Salvo Foti, Carmelo Spina (Presidente Consorzio Ciliegie dell’Etna Dop). Tra gli interventi, Anthony Barbagallo, ha detto: «Il governo regionale deve fare la sua parte individuando le risorse necessarie per andare incontro ai comuni e ai cittadini che subiscono i disagi causati dalla cenere, magari a discapito di qualche spettacolo di troppo. Ci siamo fatti carico, come Pd, di diversi incontri grazie all’impegno del nostro capogruppo alla camera Debora Serracchiani, con il responsabile della Protezione civile, Fabrizio Curcio, perché siamo convinti che debba essere dichiarato lo stato di calamità e almeno deve essere riaperto lo stato di mobilitazione inspiegabilmente fermo al primo luglio». Il segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino, da parte sua ha detto: «Almeno 2 mila 500 lavoratori agricoli e florovivaisti, insieme a tantissime imprese, sono a rischio occupazione nel giarrese come in tutta la provincia. Non possiamo prendercela con l'Etna: il vulcano, purtroppo, fa il suo mestiere. Attendiamo che la Regione faccia il proprio di mestiere, chiedendo alle autorità nazionali la dichiarazione di stato di calamità finalizzata a sgravi contributivi che rappresentano adesso l'unica speranza del settore da un collasso annunciato».

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 16 settembre 2021

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