Giarre, cenere dell'Etna: "Si prenda esempio da giapponesi"

 

Bisogna imparare dalla città giapponese di Kagoshima che subito dopo ogni parossismo del vulcano Sakurajima, con emissione di cenere, mette subito in campo dei mezzi, che ha in deposito, per pulire le strade. Prima viene spruzzato sulla cenere un getto d'acqua per evitare che si sollevino polveri sottili al passaggio dei mezzi e poi la cenere, un po’ più chiara rispetto a quella etnea, viene rimossa. L'esperienza della città di Kagoshima è stata portata in Piazza De Andrè dal noto  vulcanologo Boris Behncke, in un incontro promosso dalle associazioni Articolo1, L'Agorà e Luogocomune. L'Etna il giorno prima aveva emesso la solita spruzzata di cenere e su piazza De Andrè era presente il consueto tappeto di cenere. L’intensa attività dell’Etna negli ultimi mesi (51 parossismi da febbraio) sta anche suscitando molte domande nella popolazione e forse anche per questo motivo in tanti hanno partecipato all’incontro con il vulcanologo.  Behncke ha spiegato che l'Etna, ormai, negli ultimi anni, è diventato uno dei vulcani più attivi del mondo. «Quando non scarica, carica», cioè si prepara a una prossima eruzione. Le sue cime, il suo profilo sono in continua evoluzione. Ha poi illustrato anche l’intensa attività di osservazione  effettuata dall’Ingv di Catania, attraverso un sofisticato sistema di monitoraggio, 24 ore su 24, che è un’avanguardia mondiale. Ha rassicurato il pubblico sulle eruzioni sommitali che non devono preoccupare mentre occorre temere le eruzioni sul fianco del vulcano. Non poteva non parlare del problema della cenere che, tuttavia, si ripropone periodicamente. Ogni volta emergono idee sui possibili impieghi della cenere ma non appena la serie di parossismi si conclude tutto finisce nel dimenticatoio. «Bisogna smettere di aspettare che qualcuno faccia qualcosa – ha concluso – noi dobbiamo fare qualcosa, essere collaborativi. Il modello c’è, le idee ci sono».

MGL

Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 24 settembre 2021

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