Cenere, "Milo in azione": "E' una catastrofe annunciata"

 

nelle foto le strade principali di Milo dopo la pioggia di cenere

«Ci si ritrova piombati in una situazione ingestibile, catastrofica, insostenibile. Cittadini lasciati da soli, territori agricoli devastati, strade impercorribili, cumuli di sabbia vulcanica accantonati ovunque, con la conseguente presenza di polveri sottili che destano non poche preoccupazioni  dal punto di vista sanitario e dell'incolumità delle popolazioni, come quella nostra di Milo, poco più di mille abitanti in una superficie molto estesa, il cui centro abitato, sotto il vulcano attivo più alto di Europa, risulta essere il più esposto a questo tipo di calamità». Lo afferma, in un comunicato, la milese Venera Tropea, referente del Gruppo territoriale “Milo in Azione”.«Abbiamo lo svantaggio – si legge nella nota - di essere un piccolo comune, non potendo contare su grandi risorse economiche, tanto da farci trovare in serie difficoltà nel dover fronteggiare da soli tali calamità. Per non parlare di Fornazzo, frazione di Milo, lasciata totalmente abbandonata, seppur vi abitino circa centocinquanta persone, pari a una cinquantina di famiglie».

A Milo si contano tra i 7 e i 10 kg di cenere vulcanica per metro quadrato. «Abbiamo bisogno di aiuto, di aiuto vero – sottolinea Tropea - . Le parole non servono, servono fatti, solo fatti, presenza delle istituzioni che si adoperino con interventi seri ed estremamente urgenti. Non possiamo aspettare le risorse per pagare ditte private che nonostante l'impegno e i mezzi propri riescono a fare poco e non in tempi celeri. Servono gli interventi della protezione civile nazionale e dell'esercito italiano, diversamente è già un disastro annunciato soprattutto in vista dell'arrivo dell'autunno. Tante le promesse dopo innumerevoli tavoli tecnici, riunioni, confronti, accordi. Regione, province, comuni, a chi spetta il ripristino e la pulizia delle aree colpite? Non è più una emergenza, non è più una calamità naturale, è molto di più: una catastrofe annunciata, perché è chiaro che non ne verremo fuori in tempi brevi».

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia l'1 settembre 2021

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