Giarre, la cenere in un impianto di trattamento inerti: adesso non si torni indietro

 

E la cenere dove la metto? Per mesi è stato l’annoso interrogativo che ha assillato le amministrazioni dei comuni colpiti dal fenomeno cenere. Eppure la possibilità di riutilizzare la sabbia dell’Etna nell’edilizia o nell’agricoltura pare da sempre evidente, anche se solo tardivamente è stato messo nero su bianco in una legge. Da questa settimana, finalmente, l’amministrazione comunale ha potuto iniziare a svuotare i centri di stoccaggio temporaneo potendo conferire la cenere in un impianto di recupero rifiuti inerti di Macchia. Un risultato a cui si è giunti a seguito di una lunga interlocuzione con la Regione volta a chiarire tutti gli aspetti procedurali, come conferma l’assessore alla protezione civile Alfio Previtera. Si dovrebbe così essere giunti a un punto di non ritorno: le future amministrazioni che dovranno fronteggiare eventuali future piogge di cenere avranno questa strada tracciata e non dovranno partire da zero. In base alla precedente classificazione la cenere doveva essere conferita in discarica. Poi era stato ipotizzato di conferirla in cave dismesse. Al momento, poterla conferire in un impianto dentro il territorio comunale abbatte notevolmente anche i costi di trasporto. Ma l’assessore Previtera ricorda che se non arriveranno fondi dalla Regione tutti gli incarichi alle ditte si trasformeranno in debiti fuori bilancio che il futuro Consiglio comunale dovrà riconoscere. Frattanto, tanti cittadini hanno felicemente abbandonato anche rifiuti nei siti di stoccaggio temporaneo sparsi per la città: a esporli fuori dall’uscio di casa, così come dovrebbero, non sono abituati. 

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 22 agosto 2021



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