Giarre, bene i saldi, ma dopo la prima settimana

 

Dopo la prima settimana a rilento, i saldi estivi hanno avuto a Giarre un buon riscontro di vendite. Lo conferma il presidente della locale Confcommercio Attilio Lo Po’ che spiega: «La prima settimana c’è stato un po’ di fermo per via dei negozianti che la prima domenica non hanno aperto: i 2,3 negozi che, invece, hanno aperto hanno lavorato tanto. La seconda settimana i negozi  hanno aperto anche la domenica e si è lavorato; anche durante la settimana c’è stato un riscontro positivo di affluenza e vendite».


Aprono, frattanto, varie attività operanti nel settore food. «Lo avevamo previsto e aumenteranno – dice Attilio Lo Po’ -. La tendenza è il food che inevitabilmente porta in circolo clientela e ne traggono beneficio comunque i negozi. E’ un trend nazionale, da 4, 5 anni, che toccherà anche Giarre. I locali food lavorano tutti».

Frattanto, pare che negozi storici stiano chiudendo il loro ciclo. «Occorre allinearsi alle nuove richieste di mercato – commenta Lo Po’ - è cambiato il commercio, deve cambiare anche la modalità di proporsi al pubblico. Per questo continuiamo a battere il chiodo sul progetto di rilancio commerciale».

Lo Po’ è stato interpellato da candidati alle prossime amministrative ai quali ha esposto l’esigenza di rinnovare la viabilità: «Il corso Italia – dice - inteso come via di passaggio per andare a Riposto non funziona più. Oggi la gente ha voglia di passeggiare e di trovare il pub, il bar, l’aperitivo, su una grande isola pedonale permanente. Creando delle isole, dove la gente si può sedere, un certo arredo urbano, wi-fi, ricrei quel movimento e i negozi ne trarranno di sicuro giovamento. Una volta il commercio di Giarre era di passaggio: oggi non più così e Giarre ha ancora una configurazione urbanistica e di viabilità di 50 anni fa, non più funzionale, bisogna mettere mano alla pianta urbanistica: è la base da cui ripartire». Lo Po’ porta l’esempio del basalto di corso Italia affossato dal peso dei tir, perché non si è mai voluto pensare a strade alternative. «Occorre creare un centro commerciale naturale – conclude - cioè ricreare le condizioni affinchè persone, commercianti tornino a popolare le vie del centro e in automatico vivrà il commercio».

Maria Gabriella Leonardi

Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 16 luglio 2021

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