Canile consortile: i comuni non trovano accordo

 

Il problema del randagismo va affrontato a livello intercomunale: i randagi si spostano da un comune all’altro, le risorse scarseggiano per tutti e poi ci sono le zone di confine dove spesso si formano cucciolate ed è sempre incerto capire a chi tocca intervenire. Servirebbe un canile gestito dai comuni in consorzio e un consorzio che unisce i comuni del territorio già c’è, ed è quello per la depurazione dei reflui che mette insieme i comuni di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia e Sant’Alfio. Qualche giorno fa, durante l’assemblea del consorzio, si è parlato della fattibilità di un canile consortile. Erano presenti il presidente del Consorzio, il sindaco di Fiumfreddo Sebastiano Nucifora; il sindaco di Giarre, Angelo D’Anna; il sindaco di Riposto, Vincenzo Caragliano e il sindaco di Mascali, Luigi Messina. Assente Sant’Alfio. Presenti poi il segretario del consorzio Salvatore Marco Puglisi e il presidente del cda Gianluca Longo, il componente del cda Giovanni Spada, il direttore tecnico Giuseppe Grasso, il revisore dei conti Leonardo Torrisi e il ragioniere del consorzio Salvatore Trischitta. I sindaci non hanno trovato un accordo sulla modalità di gestione, se sia meglio gestire direttamente il canile o affidarlo a privati. In particolare, come riporta il verbale, il sindaco di Mascali, Luigi Messina, ha proposto di delegare il cda a dare un incarico, con importi non esorbitanti, ad un tecnico per uno studio di fattibilità nel territorio mentre il sindaco di Riposto, Vincenzo Caragliano, ha proposto di fare una manifestazione di interesse per la presentazione di un progetto da parte di privati. Alla fine l’assemblea ha concordato sulla necessità di approfondire la tematica e rinviato il punto ad altra seduta.

Il problema però è urgente. Giusy Indelicato, capo nucleo delle guardie zoofile di Catania e provincia, nonché delegata di Mascali per l’Enpa, grande conoscitrice del randagismo nel territorio spiega: «Il fenomeno è drammatico, fuori controllo: riceviamo chiamate a tutte le ore, si verificano molti avvelenamenti. L’Enpa ha sempre caldeggiato un canile consortile, offrendo anche il proprio supporto, un canile con un circuito “entra ed esci” e adozioni fatte con criterio. I vertici nazionali di Enpa sarebbero ben lieti di potersi interfacciare con i Comuni».

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 21 luglio 2021

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