Giarre, convegno sul reddito di cittadinanza, a partire dal caso giarrese

 

Sono trascorsi due anni da quando è stato istituito il reddito di cittadinanza e ieri il senatore 5 stelle Cristiano Anastasi ha voluto accendere i riflettori sugli esiti di questa misura, a partire dall’esperienza di Giarre. «Giarre – ha detto Anastasi - è stato il primo comune della provincia di Catania che ha attivato i Progetti utili alla collettività (Puc), facendo lavorare i percettori del reddito di cittadinanza». Il sindaco Angelo D’Anna ha spiegato il beneficio concreto per il Comune nel potere utilizzare i percettori:«Abbiamo due soli giardinieri con una vastità di territorio a verde, due cimiteri e tantissime esigenze: con il coordinamento delle nostre unità i percettori hanno dato valido contributo. 4 progetti sono già partiti, una quarantina le persone coinvolte».

L’assessore alle politiche sociali, Dario Li Mura ha segnalato che grazie al reddito di cittadinanza sono diminuite le persone che facevano ricorso all’assegno civico. Secondo l’assessore va accresciuto l’obbligo all’istruzione: non basta che i percettori prendano la licenza media, occorre proporre corsi di formazione per il conseguimento di qualifiche.  

La dirigente del Centro per l’impiego di Giarre Nerina Patanè, pur esprimendo soddisfazione per il lavoro svolto con questa misura, ha lamentato seri problemi con la piattaforma. Problemi confermati anche dall’orientatrice Pon inclusione Piera Calafiore che ha segnalato l’incomunicabilità tra le piattaforme, lentezze nell’aggiornamento dei dati e  assistenza tecnica carente.

La dirigente del Cpia Catania 2 Rita Vitaliti ha spiegato che solo quest’anno 200 persone sosterranno esami di terza media grazie al reddito di cittadinanza. Il Cpia ha ampliato l’offerta formativa, liberamente tanti scelgono di proseguire lo studio con un percorso triennale per conseguire una qualifica, percorso che, a suo avviso, dovrebbe essere obbligatorio.  

La senatrice ed ex ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha risposto spiegando che il reddito di cittadinanza ha bisogno di tempo per essere implementato appieno, così come è stato necessario in Germania per una misura analoga al reddito di cittadinanza. «Le esperienze già attivate – ha detto - ci fanno capire come intervenire e quali sono le difficoltà».

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 18 maggio 2021

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