Giarre, Fratelli d'Italia e Pro Loco puliscono monumento ai caduti

 

foto Di Guardo

I volontari di Gioventù Nazionale, Fratelli d'Italia e della Pro Loco di Giarre hanno rimosso, ieri mattina,  oltre cento chili di cenere vulcanica, erbacce e spazzatura, tra cui anche la corona d'alloro secca  4 novembre. «Con questa azione simbolica ma allo stesso tempo concreta - dichiarano in una nota Alberto Cardillo e Giuseppe Nicotra, rispettivamente coordinatore provinciale e comunale di Fratelli d'Italia - abbiamo restituito decoro al nostro amato Monumento ai Caduti di Giarre. Amato, si, poiché esso è il simbolo più nobile e alto di amore per la nostra Patria, e per tutto ciò che siamo oggi. È grazie a quei ragazzi morti sulle pietraie del Carso e a Vittorio Veneto se oggi possiamo issare liberi il nostro tricolore». «Un Monumento lasciato in totale abbandono -continua il presidente della Pro Loco di Giarre, Salvo Zappalà- da un’amministrazione immobile ed incapace. Quando il pubblico latita, è dovere di ogni buon cittadino intervenire. Questo abbiamo fatto oggi così come in passato, e questo faremo anche in futuro».

Presenti all'attività di volontariato anche alcuni ragazzi di Gioventù nazionale di Catania e il consigliere comunale di Fdi, Francesco Cardillo. «Nell'ultimo consiglio comunale - ricorda Cardillo- ho sollevato l'incredibile e inaccettabile fatto che ad oggi, oltre ai mezzi di provincia e protezione civile, non c'è un solo mezzo messo in campo dall'amministrazione comunale. Tutto ciò è inaccettabile. L'Amministrazione si muova ed in fretta anche a far pulire la città, e prenda esempio da questi ragazzi». L’attività di pulizia si è conclusa con la collocazione Al termine della pulizia del Monumento è stato issato un Tricolore realizzato da una bottega artigianale di Giarre donato dal presidente dell’Unione liberi artigiani Claai, Diego Bonaccorso.

Ieri, intanto, erano in attività alcune ditte incaricate dal Comune: tra queste una ha rimosso la cenere nella zona di piazza San Francesco, un’altra ha pulito il tetto del plesso San Giovanni Bosco.

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 28 marzo 2021

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