Giarre, pure il canone d'affitto per i parchi chiusi e le incompiute

 

parco Macchia
Incompiute, parchi chiusi e per giunta il Comune ci paga l’affitto. Sono i paradossi della pubblica amministrazione italiana. Ogni anno il Comune di Giarre deve pagare 33mila euro circa di canoni di immobili di proprietà della Regione che sono utilizzati (o dovrebbero esserlo) dal Comune. Nel dettaglio si tratta di 2mila euro circa per il parco di San Giovanni Montebello (in questi anni in genere chiuso), 18mila euro circa per lo stadio di via Olimpia, 5mila euro circa per il parco pubblico di Macchia (in genere chiuso), 4mila euro circa per il parco pubblico di viale Don Minzoni (affidato a privati) e poi le due strutture paradossali: mille euro circa per il centro sociale di Trepunti (famosa incompiuta) e altri 1740 euro circa per il centro sociale Don Minzoni (altra famosa incompiuta a forma di piramide).

l'atto amministrativo

La novità di questi giorni è che per l’anno 2017 toccherà all’Organismo straordinario di liquidazione (che sta gestendo la massa debitoria del comune dissestato) pagare questo canone. Ma si tratta sempre di denaro pubblico.

Per quanto riguarda i due parchi com’è noto il Comune è a corto di personale per garantirne l’apertura e l’amministrazione ha pensato di ricorrere ai percettori del reddito di cittadinanza per provvedervi.

Dei beni pubblici elencati solo per lo stadio regionale si è parlato di riscattare l’impianto dalla Regione per acquisirlo al patrimonio dell’Ente. Ma tra le mille emergenze anche questa idea è rimasta incompiuta.

centro sociale Trepunti

Nell’apatico dibattito politico giarrese non si pensa più neanche a un destino da dare alle famigerate opere pubbliche incompiute. Magari la prossima amministrazione potrebbe lanciare almeno un concorso d’idee. Per le due incompiute per cui il Comune paga l’affitto bisognerebbe trovare una soluzione almeno per chiudere con questo passato che la città si porta dietro: l’abbattimento e lo smaltimento dei detriti di un edificio in cemento armato è costoso e non alla portata del Comune che non arriva neanche a asfaltare tutte le strade dissestate. Ma pagare per più di 30 anni un canone per una struttura che è uno scheletro di cemento armato è paradossale. Quale privato pretenderebbe mai il pagamento di un affitto per uno scheletro di cemento armato e quale privato sarebbe mai disposto a pagarlo? Eppure tra gli enti pubblici accade. 

MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 30 gennaio 2021



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