Giarre, vicenda fatture idriche: Acai chiede tavolo di concertazione all'amministrazione

 

La vicenda delle fatture salate del servizio idrico continua a tenere banco e ha svegliato il dibattito giarrese che era addormentato e non lo scuoteva neanche la vicinanza delle elezioni amministrative. In pochi giorni, sulla vicenda fatture idriche si sono registrate tante prese di posizione: il Pd con una nota ha chiesto all’amministrazione di diminuire l’acquisto di acqua da privati, Lega e Forza Italia tramite manifesti hanno denunciato il costo dell’acqua equiparandolo a quello dello champagne. L’associazione Luogocomune e con altre associazioni e con il comitato spontaneo #acquapubblicagiarre hanno lanciato una petizione on line per chiedere all’amministrazione la sospensione del pagamento delle fatture in questo periodo di pandemia e investimenti per potenziare le infrastrutture del servizio idrico. L’associazione di consumatori Adiconsum Cisl sta, frattanto, esaminando fatture portate dai cittadini per verificare la presenza o meno di errori.

Adesso prende posizione anche l’Acai, Associazione cristiana artigiani italiani rappresentata dal commissario provinciale, il geometra Salvatore Camarda, che a tutela dei consumatori, chiede all’amministrazione «L'apertura di un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti associativi rappresentanti varie realtà produttive locali, per ottenere maggiori delucidazioni e chiarimenti sulle nuove tariffazioni applicate e sono state rispettate tutte le procedure ai sensi delle normative vigenti». L’Acai invita l'amministrazione a «voler predisporre ad un piano straordinario di dilazione dei pagamenti al fine di agevolare il tessuto produttivo cittadino, già gravemente colpito dalla pandemia in corso».

Il sindaco Angelo D’Anna nel 2016 in Consiglio aveva evidenziato che c’era qualcosa di strano nel servizio idrico: negli anni precedenti, infatti, l’ultimo bimestre di acquisto dell’acqua da privati non rientrava mai nelle previsioni di spesa e per questo si creavano debiti fuori bilancio. Chissà quanti soldi avrebbero potuto essere risparmiati e reinvestiti per migliorare il servizio. Forse bisognava accendere di più i riflettori su questo aspetto.

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Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 14 novembre 2020

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