A Giarre l'assessore regionale Scavone tiene a battesimo due corsi finanzianti dalla Regione

                    

Il lancio di due corsi finanziati dalla Regione e che saranno realizzati dal Centro provinciale istruzione adulti Catania 2 di Giarre ha portato, ieri mattina, a Giarre l’assessore regionale alla famiglia e al lavoro, Antonio Scavone. Nell’aula magna del Cpia un gruppo di docenti era presente all’incontro mentre la maggior parte lo ha seguito on line. «Oltre ad essere una istituzione scolastica il Cpia svolge anche un ruolo di formazione professionale – ha detto la dirigente del Cpia, Rita Vitaliti -. E lo stiamo mettendo in atto con due progetti che il Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali della Regione Sicilia ci ha approvato: uno riguardante l’Avviso 19, progetto I.so.la., (Inserimento sociale e lavorativo) per le persone maggiormente vulnerabili prese in carico dal Centro di giustizia minorile  e uno riguardante l’Avviso 30, il progetto S.a.l.va(Solidarietà alla lotta per i valori) per l'inclusione lavorativa di donne vittime di abuso».«Le politiche sociali nel territorio nel tempo – ha detto l’assessore comunale alle politiche sociali Dario Li Mura - sono state declinate forse prevalentemente in maniera assistenzialistica. Questa occasione di legarle all’attività di formazione, alle imprese artigiane del nostro territorio segna un fatto importante. Nel Cpia il Comune investe e crede, segno ne è la disponibilità di locali che abbiamo concesso. Crediamo che questa sia una leva per trasformare l’assistenza alla popolazione in sviluppo».

«Prima del Cpia – ha detto l’assessore Scavone - vi era una frammentazione delle scuole serali di istituti di ogni ordine e grado. Adesso vi è un unico percorso omogeneo non solo per il recupero dei ritardi scolastici: rappresenta anche una cerniera tra il percorso formativo tradizionale e tutto il resto, senza la quale rischiamo di tenere ai margini grandissima parte di popolazione». E Scavone ha preso ad esempio il Reddito di cittadinanza che in Sicilia ha avuto un “successo” enorme: lo ricevono 170mila nuclei familiari, oltre 500mila persone. «Attraverso la presa in carico fatta dai Centri per l’impiego – ha detto Scavone – è emerso che molte decine di migliaia di persone non avevano la terza media o non ricordavano nemmeno sino a quale classe avevano frequentato!». Il tutto è segno della povertà del capitale umano siciliano. I Cpia hanno preso in carico queste persone per portarle a conseguire la licenza di terza media.

L’assessore Scavone ha poi annunciato che la giunta regionale ha varato il “Recovery plan della Sicilia” che si orienta verso grandi obiettivi strutturali e comprende il ponte sullo stretto, il completamento delle autostrade, l’anello ferroviario, l’aeroporto intercontinentale e un porto hub per gli snodi commerciali, visto che la Sicilia si trova tra Suez e Gibilterra. Tra i progetto sociali è presente anche il “Sicily working” dedicato ai giovani, soprattutto laureati, che lavorano in nord Italia o all’estero. Spesso, come ha dimostrato il periodo della pandemia, si tratta di lavori che possono essere esercitati anche a distanza. La giunta regionale ha, quindi, pensato di recuperare strutture vuote, come ad esempio le ipab, per realizzarci, attraverso il completamento della banda ultralarga, spazi di “co-working”. «Vogliamo invertire – ha detto l’assessore - una storica tendenza della nostra terra a svuotarsi dei migliori».

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Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 21 novembre 2020

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