Nella foto l'arresto di Luciano Liggio, Mangano è il poliziotto con la barba in primo piano
Angelo Mangano fu uno dei poliziotti che catturò, nel 1964, il boss corleonese Luciano Liggio. Una celebre foto dell’arresto lo ritrae mentre tiene il boss. Pippo Fava che, descrisse questo arresto in un suo libro, incontrò e interrogò il poliziotto. Fu l’azione più famosa di una vita spesa nella lotta alla mafia. Mangano era di origini giarresi, di San Giovanni Montebello, eppure a Giarre la sua storia è sconosciuta. Nei primi anni ‘60 fece parte Ufficio affari riservati del Ministero dell'interno. Nel 1966 gli fu affidata la Polizia criminale per la Sicilia. Il ministro dell’Interno gli conferì l'”Attestato di merito speciale" per aver partecipato all'arresto a Corleone di Luciano Liggio. Nel 1973 Mangano riesce a scampare ad una attentato mafioso. Più di recente, anche nella fiction “Il capo dei capi” è presente la figura di Angelo Mangano. A Giarre non solo non gli fu tributato alcun riconoscimento, ma, addirittura, la mafia cercò di diffamarlo, un altro modo per cercare ucciderlo.
Mangano morì nel 2005. Qualche anno fa, un ripostese, Carmelo Carbone, ha ricostruito la sua vicenda in un libro. Oggi alle 19,30, in piazza De Andrè, la compagnia “Officina Teatro Canzone” metterà in scena uno spettacolo che trae ispirazione dal libro di Carbone per far conoscere alla città di Giarre questo suo illustre figlio. Uno spettacolo che conclude il fortunato ciclo di iniziative culturali volte a raccogliere fondi per finanziare l’accoglienza a Giarre di una famiglia di profughi siriani.
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