«Perché non fanno lavorare i percettori del reddito di cittadinanza?». Facile a dirsi, meno a farsi. Ne sanno qualcosa i partecipanti alla riunione di ieri in municipio tra la dirigente del Centro per l’impiego di Giarre Nerina Patanè, Rossella Puglisi dell’Anpal, i sindaci e i rappresentanti dei comuni di competenza del Cpi di Giarre e addetti ai lavori. Obiettivo creare una cabina di regia per un reciproco supporto e per evitare sovrapposizioni nell’attuazione dei puc, i progetti utili alla collettività con cui saranno usati i percettori del rdc. Da fine luglio l’iter potrà partire ma per via della burocrazia (progetti da stilare, visita medica, Inail, formazione sulla sicurezza, sul lavoro da fare, delibera di giunta, impegno di spesa, e altro) gli addetti ai lavori prevedono che i percettori del rdc potranno essere usati dai comuni verso fine settembre, sempre che non ci siano altre sospensioni causa covid. Un iter che non è piaciuto al sindaco di Mascali, Luigi Messina, che ha proposto ai colleghi di inviare un documento di protesta al governo.
Come riferisce la dirigente del Centro per l’impiego Nerina Patanè, sono già 3400 i percettori del reddito di cittadinanza di cui è stato tracciato il profilo professionale, compresi gli esonerati, chi è tornato a scuola per prendere la licenza media, chi sta seguendo corsi di formazione, chi ha trovato lavoro, chi deve essere ancora collocato, eccetera. Una parte sta pure finendo i 18 mesi di reddito. Per quanto riguarda Giarre sono quasi 400 i percettori di cui si conosce il profilo professionale e altri 400 ancora devono essere “profilati”. Tra i 400 noti vi sono 30 muratori, 20 operatori socio-assistenziali, 40 addetti alle pulizie, 15 con patente C. Dal Comune Giarre, l’assessore ai servizi sociali, Dario Li Mura, spiega che i progetti sono pronti, a breve sarà approvata delibera, impegnate le somme e inizierà la selezione.MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 10 luglio 2020
Commenti