Giarre, un'associazione per ricordare la tragedia dei militari italiani internati nei lager nazisti




Uno dei lager

E’ stata aperta a Giarre una delegazione dell’Associazione nazionale ex internati che si propone di diffondere la memoria degli Imi, i militari italiani internati nei lager nazisti. Si tratta di soldati dimenticati che, sui vari fronti di guerra, furono catturati e trasferiti nei lager tedeschi. La delegazione giarrese fa capo a Carmela Russo. Suo padre, Salvatore, originario di Castiglione di Sicilia, combattè sul fronte greco-albanese. Fu catturato a Patrasso e, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, trattenuto a Pirgos e poi trasportato in Germania su carri bestiame. Arrivò nel lager IA Stablak dove gli venne attribuito il numero matricola 17858. Fu trasferito in infermeria perchè malato e passerà per altri lager: Hoenstein, Mühlberg, Görken e Zeithain dove fu costretto al lavoro coatto come tornitore. «Nei campi di concentramento – ricorda Carmela Russo – gli internati hanno patito la fame, il freddo, maltrattamenti. Lavoravano per le industrie belliche e qualcuno che non ubbidiva veniva mandato nel campo di sterminio. Mio padre arrivò a pesare 36 kg». Non erano “prigionieri”, perché i prigionieri, in base alla convenzione di Ginevra del 1929, dovevano ricevere un trattamento umano. Hitler, invece, dichiarò “internati” i militari italiani (che erano anche ex alleati) e su di loro i soldati tedeschi si accanirono.  

Salvatore Russo

Salvatore Russo fu liberato dagli americani nel 1945. I tedeschi bruciarono buona parte dei documenti e quelli rimasti per lungo tempo se richiesti non venivano concessi; le prigionie e i ricoveri negati. Solo negli ultimi anni i familiari stanno riuscendo ad ottenere dei documenti. «Non ho interesse a chiedere un risarcimento – dice Carmela - ma ho solo il desiderio di sapere cosa ha patito mio padre e ricostruire la storia degli Imi». Salvatore Russo è morto 7 anni fa, la figlia sta ultimando un libro di memorie. 

Carmela Russo mentre riceve la medaglia

A gennaio di quest’anno il Prefetto Sammartino le ha consegnato una medaglia d’onore alla memoria. Presenti i familiari di Carmela, tra cui il nipotino Salvatore Russo che, da discendente omonimo diretto, erediterà la medaglia. Proprio ai suoi nipoti Carmela affida la custodia delle memorie del padre perché «contribuiscano a creare un futuro migliore».
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 7 giugno 2020

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