Giarre, al Mazzei sperimentazione patata di Giarre quasi al termine: il 20 l'Università preleverà i campioni






Il campo di patate dell'azienda agricola didattica
Saranno a breve raccolte le patate di Giarre prodotte dall’azienda agricola didattica annessa all’istituto superiore agrario “Mazzei”. La semina era avvenuta a dicembre e la sperimentazione di questa coltivazione ha seguito un rigido protocollo, nell’ambito di un accordo tra l’Università di Catania e cinque aziende locali, tra cui l’azienda didattica del Mazzei. Il 20 di questo mese, personale dell’Università preleverà i campioni. Il resto sarà raccolto e venduto.
La quarantena non ha fermato il lavoro nei campi. «L’azienda agraria rientra tra le attività indifferibili», spiega la reggente della scuola, la dirigente Tiziana D’Anna, che aggiunge: «I cancelli della scuola sono chiusi ma all’interno gli addetti all’azienda agraria hanno continuato a prendersi cura del frutteto delle piante e, ultimamente, abbiamo sperimentato anche la consegna a domicilio dei fiori e degli agrumi, per tenere in vita il nostro patrimonio. Tramite la pagina facebook abbiamo accettato le prenotazioni e poi effettuato le consegne, tenendo conto del disciplinare sulla sicurezza, dotando il personale di dispositivi di sicurezza individuale».





Nell’organico della scuola vi sono gli assistenti tecnici addetti all’azienda agraria. «Sono encomiabili – dice la dirigente –si sono presi cura delle piante, hanno lavorato alacremente, l’acqua viene data due volte la settimana, hanno presidiato la scuola». La dirigente è stata loro vicina recandosi tutti i giorni a scuola.
Sette le varietà della “patata di Giarre” attenzionate nella sperimentazione. Il direttore dell’azienda didattica Francesco Arcidiacono spiega: «500metri quadri di terreno sono dedicati al campo sperimentale e vi sono stati seminati 60 kili. Altri 150 kg di sementi sono stati seminati in ulteriori 1500mq sempre dedicati alla patata di Giarre. Con 60 kg seminati pensiamo di raccogliere un 800 kg; quindi per ogni kilo piantato la resa dovrebbe essere di 12 kg, nella migliore ipotesi: se non prima li raccogliamo non possiamo essere certi».
Il ricavato della vendita viene reinvestito nella stessa azienda. L’anno prossimo la dirigente D’Anna vorrebbe seminare gli antichi grani siciliani. «Secondo me la rinascita economica passa dall’agricoltura – dice -. Dovremmo essere tutti consumatori più attenti e valorizzare i prodotti della nostra terra».
MGL
12 maggio 2020

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