Giarre, la zona artigianale invasa da rifiuti







Neanche il lockdown e l’emergenza sanitaria fermano l’emergenza rifiuti dentro la zona artigianale. La discariche hanno continuato a formarsi, attirando randagi e creando seri problemi igienici. Secondo qualche lavoratore dell’area produttiva si tratta di rifiuti casalinghi, provenienti dall’esterno e non dalla stessa area artigianale dove le varie ditte operanti hanno contratti con ditte specializzate per lo smaltimento di rifiuti speciali. A seguito della chiusura disposta dal governo, dentro l’area produttiva stanno lavorando solo le ditte del settore alimentare; ma i cancelli, dopo essere stati riparati, restano comunque aperti. In un capannone opera, infatti, poste italiane che qui smista la posta e pare per evitare che i camion restino bloccati all’ingresso, i cancelli restano aperti.






Di queste discariche che si formano dentro l’area artigianale si parla da anni e ogni volta che riscoppia il caso e lo sdegno viene chiesto, innanzitutto, che siano installate delle telecamere. L’amministrazione afferma di averne chiesto più volte agli uffici la collocazione ma, forse a causa del cortocircuito che si verifica ogni volta dentro il Comune, le telecamere non ci sono. Di certo, bonificare queste discariche di rifiuti ha dei costi non indifferenti ed è anche diseducativo.
L’assessore all’ecologia Santino Oliveri spiega di avere effettuato più volte sopralluoghi: invierà una squadra di operatori, accompagnati dai vigili urbani, per cercare tracce degli incivili che deturpano questi spazi e sanzionarli. L’amministrazione si sta orientando verso la costituzione di un accordo di condominio tra gli operatori dell’area artigianale per cui toccherà alle stesse ditte operanti dentro la zona artigiane ripartire le spese riguardanti le aree comuni. «Stiamo facendo un approfondimento di tipo legale per la costituzione del condominio – dice l’assessore alle attività produttive Dario Li Mura - . D’Altra parte, i costi non possono ricadere tutti sul Comune, né le spese ordinarie di gestione. Il problema è assicurare la custodia dell’area e anche costruire dei servizi, gestiti in maniera comune a cui tutti contribuiscono. Il Comune continuerà a farsi carico di alcune spese, come la luce sull’area, ma altre operazioni dovranno essere garantite da chi beneficia della qualità dell’area».
MGL
18 aprile 2020





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