Giarre, 5 aziende, tra cui l'azienda agricola didattica dell'istituto agrario Mazzei, sperimentano la patata di Giarre






Cinque aziende locali, tra cui l’azienda agricola didattica dell’istituto professionale di stato per l’agricoltura “Mazzei”, a seguito di un accordo con la facoltà di agraria dell’Università di Catania, stanno sperimentando sette varietà della “patata di Giarre”, di cui due varietà sono quelle di una volta.
Negli scorsi decenni la coltivazione della patata di Giarre era molto diffusa a Giarre e in un’area che spaziava tra Riposto, Acireale, Mascali, Fiumefreddo e Calatabiano. Partivano treni con interi vagoni pieni di patate destinate all’esportazione. Come spiega il prof. Francesco Arcidiacono, responsabile dell’azienda agricola “Mazzei”, «La patata di Giarre aveva una buona nomea sui mercati internazionali, ma, purtroppo, il territorio poi si è mosso per ottenere dei riconoscimenti poi fondamentali per lo sviluppo». L’agricoltura è stata sempre più abbandonata, ritenuta un’attività umiliante e, forse, solo adesso, si può comprendere che opportunità si è persa pensando al pistacchio di Bronte, al pomodoro di Pachino e a tutti i prodotti tipici legati a un territorio che hanno conquistato fette di mercato e che animano anche il turismo culinario.






Nelle cinque aziende i tuberi della patata di Giarre sono stati messi a dimora in questi giorni. «La raccolta – spiega il prof. Arcidiacono – avviene dopo 120 giorni. Gli agricoltori avevano premura di raccogliere perché era importante arrivare sul mercato prima delle patate campane che facevano abbassare il prezzo. La patata di Giarre si produce ad aprile: è una patata novella pronta per il consumo, non per la lavorazione. E’ molto saporita, le sue caratteristiche dipendono dal terreno vulcanico nero, che attira di più i raggi solari mantenendo alta la temperatura».
La sperimentazione della coltivazione della patata avviene seguendo un rigido protocollo. La reggente del “Mazzei”, la dirigente Tiziana D’Anna, ha sottoscritto l’accordo con l’Università. I prof. Micali e Continella della facoltà di agraria monitoreranno i risultati e nell’azienda agricola didattica “Mazzei” la sperimentazione è seguita dalla prof.ssa Giuseppina Scarso con i suoi alunni, collaborata dagli assistenti tecnici Orazio Scavo e Rita Privitera.
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 28 dicembre 2019

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