Giarre, l'attività riparativa a favore della comunità per rieducare i detenuti

Una pena che riabilita e ricuce lo strappo con la comunità causato dal reato. Una missione non facile che è il senso del protocollo d’intesa sottoscritto dal sindaco Angelo D’Anna, con la direttrice dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) distrettuale di Catania, Rosalba Salierno, e la direttrice dell’Icatt casa circondariale di Giarre, Milena Mormina. Il protocollo dura 3 anni e prevede che sino a 10 soggetti condannati in esecuzione penale esterna o intramuraria e/o imputati sottoposti all’istituto giuridico della messa alla prova siano utilizzati dal Comune per lavori di pubblica utilità nel servizio di manutenzioni o nel verde pubblico. «Con questo protocollo si dà la possibilità di un’esecuzione attiva della pena – spiega la direttrice Salierno –. Impegnandosi in un’iniziativa di valore sociale l’imputato o l’ex detenuto si impegna a riparare le conseguenze del reato che hanno in qualche modo ostacolato, o interrotto, il rapporto fiduciario con la comunità. Cercando di rendere visibile la risposta sanzionatoria, la popolazione vede, attraverso il lavoro e l’impegno, una vera reprimenda di questi soggetti e quindi avvicina, in qualche modo, la giustizia alla comunità».
Le persone che saranno coinvolte nel progetto sono seguite da un assistente sociale che collaborerà con un referente del Comune per organizzare l’attività ripartiva. «In base alle attività che il Comune di Giarre indicherà – spiega la direttrice della casa circondariale Mormina - cercheremo detenuti che coniugano due caratteristiche: l’affidabilità e la competenza. La sottoscrizione di questo protocollo è un segnale di grande civiltà e di sensibilità da parte dell’amministrazione comunale. Di sicuro è un segnale forte che viene dato per il recupero di questi soggetti, perché possano dimostrare la volontà di riparare il legame rescisso con la società civile». Peraltro, i soggetti che sono “messi alla prova” possono anche avere qualifiche elevate od essere professionisti e potrebbero essere utilizzati per altre attività oltre alla manutenzione. Si tratta di condannati per reati non gravi, ad esempio per guida in stato di ebbrezza.





 
Presenti alla firma, per il Comune: l’assessore alle politiche sociali Dario Li Mura, il dirigente Maurizio Cannavò e la funzionaria Rossana Strano; per l’Uepe: Silvana Trinullo, referente anche per l’Icatt, e Maria Augusta Cinti, referente per la zona di Giarre.
Le attività dovrebbero iniziare ad ottobre: serve l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza e ci sono procedure da osservare. Per l’Uepe i tempi dovrebbero essere più brevi. «Abbiamo colto – ha detto D’Anna - questa opportunità che viene offerta dalla legislazione e dalla disponibilità dei responsabili dei servizi perché questo Comune crede che ciascun cittadino debba avere l’opportunità di reinserirsi nella società e di riparare il danno compiuto. Il Comune ha avuto esperienze di natura diversa in precedenza: penso alle persone immigrate che hanno dato un aiuto concreto nella manutenzione del verde, ad altri esperimenti nel settore dei servizi sociali e ne promuoviamo tantissimi grazie alla capacità progettuale degli uffici. In questo caso sappiamo che queste persone potranno dare dei contributi visibili, sia nella cura del verde che in interventi manutentivi, in cui l’Ente ha disperato bisogno di dare supporto alle poche risorse disponibili». «La firma di questo protocollo – ha aggiunto l’assessore Li Mura-  a cui hanno lavorato i servizi sociali del Comune, ha una forte valenza etica nella possibilità di riparazione del danno arrecato alla società tramite dei lavori di cui beneficeranno i cittadini in termini di decoro e pulizia della città. C'è poi un profilo rieducativo di questo intervento per chi sta scontando una pena che si vedrà data una seconda occasione di cui siamo fieri».
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 6 agosto 2019

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