Giarre, Lega denuncia che il torrente Macchia è diventato una bomba ecologica

Il circolo della Lega – Salvini Premier di Giarre lancia l’allarme sulla bomba ecologica che è diventato il torrente Macchia. In una nota, il circolo, presieduto da Giovanni Barbagallo, spiega che, sulla scorta di numerose segnalazioni pervenute dai residenti, ha compiuto un sopralluogo nel torrente Macchia situato nella zona nord-ovest della città. Dalla ricognizione effettuata è emerso lo stato di profondo degrado di tutta l’area e in particolar modo del greto del torrente, il quale è invaso da materiale di risulta edile, rifiuti speciali Raee, scarti di macellazione, mobilia, parti di ricambio d’auto e da ingenti quantità di eternit. Gli esponenti giarresi del partito di Matteo Salvini sottolineano: «Riteniamo altresì gravissima la presenza di una discarica a cielo aperto contenente materiali a base di amianto, sostanza altamente cancerogena e dannosa per la salute». Peraltro, la bonifica dell’amianto è particolarmente costosa e a Giarre il capitolato d’appalto con la ditta dei rifiuti include lo smaltimento solo di quantità esigue di amianto.
Lo scarico di rifiuti nell’alveo del torrente non è solo inciviltà e un atto che deturpa l’ambiente. E’ anche un atto che mette anche a rischio la sicurezza del territorio: soprattutto in corrispondenza di ponti possono formarsi pericolosi tappi che, in caso di intense piogge, possono causare l’esondazione del torrente. Circostanza da tenere ben presente in un territorio esposto al rischio idro-geologico come quello giarrese. E per questo è fondamentale tenere sempre accesi i riflettori sulle condizioni del torrente. Il circolo della Lega in proposito sottolinea: «Ad aggravare ulteriormente la situazione – si legge nel comunicato - è la logica conseguenza che, attraverso l’afflusso delle acque meteoriche, questi rifiuti speciali verranno trascinati in mare. Una vera e propria bomba ecologica pronta ad esplodere da un momento all’altro».
La bonifica urge ma da sola non basta: occorre, infatti, prevenire la formazione di nuove discariche e la videosorveglianza appare la modalità migliore per sorvegliare il torrente, anche con un numero esiguo di risorse umane. Il circolo lancia, quindi, un appello a tutte le autorità preposte perché pongano rimedio. «A tutela della salute di ogni cittadino– conclude il comunicato - chiediamo l’immediato intervento delle autorità preposte affinché venga effettuata una bonifica totale dell’area abbinata alla chiusura degli accessi e all’installazione di un sistema di videosorveglianza che possa aiutare le forze dell’ordine ad individuare e perseguire i responsabili.
Come forza d’opposizione seria e responsabile ci impegneremo a produrre una relazione dettagliata, corredata da report fotografico, che sarà nostra cura inviare alla commissione bicamerale sui reati ambientali».

MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 28 marzo 2019

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