Giarre, manomesso il presepe del migrante

Un nuovo gesto vandalico ha interessato una delle iniziative di questo periodo natalizio giarrese. Dopo lo zucco acceso 24 ore prima del previsto, stavolta è toccato al presepe del rifugiato, allestito dall’Ufficio diocesano per le migrazioni, diretto dal don Lucio Cannavò. Il presepe è stato realizzato dallo stesso ufficio, rappresenta una natività a bordo di una nave e simboleggia i tanti uomini e donne che, cercando una vita migliore, attraversano il mare su imbarcazioni di fortuna e spesso vi trovano la morte. Un presepe simbolico che attualizza il messaggio evangelico: nel vangelo, nell’immagine del giudizio universale, il Re (Dio stesso) dice «Ero straniero e mi avete accolto» e poi aggiunge: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me».




Evidentemente a qualcuno questo messaggio ha dato fastidio e ha manomesso l’opera appiccicando alle figure i simboli del dollaro, dell’euro e il logo della Caritas. Don Lucio Cannavò aveva messo in conto la possibilità di una reazione al messaggio del presepe del migrante. I cartoncini apposti sono stati rimossi e in proposito don Lucio commenta: «Non si accoglie quello che è il messaggio del vangelo. In questo momento storico lo straniero è Cristo. E’ stato un gesto che trovo di cattivo gusto mettere i simboli del dollaro, dell’euro e della Caritas dove c’è povertà».
Oltre a volere mandare un messaggio in antitesi a quello che ha voluto diffondere la diocesi, l’azione è anche un brutto gesto sul piano civico. Duro il commento del sindaco Angelo D’Anna: «Anche questi gesti - che possono sembrare goliardici o voler trasmettere un messaggio politico -  denotano intolleranza. Lo trovo di pessimo gusto, non rispettoso del simbolo che è stato posto affinchè ognuno possa riflettere con le proprie idee sulle grandi migrazioni, che sono un tema dei nostri tempi. Sui temi ci si confronta, non si pongono in essere gesti così squalificanti come questo. Migrante è chiunque si allontana dalla propria terra. Lasciare le proprie radici è un sacrificio, penso che ogni persona deve essere messa in condizione di potersi realizzare, e, migliorando se stesso, potere mettere a disposizione degli altri qualcosa di sé».
Il gesto mette anche al centro la necessità di un maggiore controllo del territorio, che deve fare in conti con le scarse risorse ma che potrebbe essere rilanciato attraverso il ripristino della videosorveglianza già installata nelle vie cittadine.
Il presepe del migrante, con il suo silenzioso messaggio, resterà esposto in piazza Carmine per tutto il  periodo natalizio, dopodiché sarà rimosso. L’anno prossimo sarà collocato in un’altra zona della diocesi essendo stato pensato per essere un presepe itinerante che, anno dopo anno, percorre la diocesi di Acireale.
MGL
28 dicembre 2018

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