Giarre, la festa degli Sprar

Nello Sprar di Giarre si è tenuta ieri la festa degli Sprar del circondario, gestiti dalla cooperativa Iride. La sigla Sprar sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ed è il servizio del Ministero dell'interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza. La cooperativa Iride si occupa a Giarre di uno Sprar con 15 ospiti, di cui è responsabile Rita Pafumi. A Mascali la stessa cooperativa gestisce un secondo Sprar, guidato da Valeria Leone, composto soprattutto da famiglie, con 17 ospiti e una 18ma che nascerà a breve. Un terzo Sprar si trova a Fiumefreddo, è guidato da Giseppe Miuccio, ospita due famiglie eritree per un totale di 13 persone e, infine, un quarto Sprar si trova a Calatabiano, è guidato da Crivezia Prestandrea e ha 14 ospiti.
La festa di ieri rientrava tra le attività natalizie ed è stata un’occasione di incontro e scambio tra gli ospiti dei diversi Sprar, oltre che un momento di gioco tra i bambini ospiti nelle strutture, insieme alle loro famiglie. Presenti anche gli immigrati ospiti del gruppo “Nessuno è straniero” di Giarre.







Nei quattro Sprar sono ospitate persone in attesa del permesso di soggiorno. Durante la permanenza seguono corsi di lingua italiana e altri corsi di formazione. Tanti di questi immigrati parlano inglese o francese; altri non conoscono alcuna lingua europea e in questi casi i docenti devono utilizzare apposite tecniche per insegnare l’italiano.
Sono stati realizzati in questi Sprar anche dei corsi di introduzione al lavoro. Ad esempio, nello Sprar di  Calatabiano gli ospiti hanno seguito un corso di pizzaiolo. E’ stata, inoltre, siglata una convenzione con l’università Kore di Enna per la realizzazione del progetto di orientamento e guida al mercato del lavoro denominato “Viceversa”, progetto che aiuterà gli ospiti degli Sprar a conoscere meglio il mercato del lavoro e a trasmettere queste conoscenze ad altri loro connazionali.
Tra il personale in forza in queste strutture anche i mediatori culturali. Ieri alla festa era presente uno di loro, Saikou, del Gambia: prima è stato beneficiario di protezione umanitaria e ora è mediatore culturale che aiuta altri africani ad integrarsi e che rappresenta l’integrazione ideale.
MGL
5 gennaio 2019


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