Giarre, il Duomo gremito per l'ultimo saluto a Luca Cardillo

In tantissimi, ieri pomeriggio, hanno affollato il Duomo di Giarre per l’ultimo saluto a Luca Cardillo, il 24enne giarrese, aspirante attore, affetto da un osteosarcoma alla gamba destra, un raro tumore. Le campane della chiesa madre, come ha sottolineato l’arciprete don Nino Russo, non hanno suonato a lutto ma a festa, perché «Non vogliamo cadere nel buio della disperazione». Don Nino ha rimarcato che Luca «Ha affrontato la malattia non da rassegnato» e che ha desiderato vivere per realizzare i suoi sogni.
Tanti i giovani presenti alle esequie tenutesi nel Duomo per accogliere tutti. Dinanzi alla folta assemblea don Nino ha rimarcato che della morte, e di una morte prematura come questa, non ci sono spiegazioni per giustificarla, si può solo piangere. «Luca – ha detto durante l’omelia – ha saputo farsi amare e coinvolgere tanti nella sua battaglia per la vita». E ha aggiunto: «Luca non è morto, è morto il suo corpo, Luca vive nel Signore, è andato avanti». Don Nino ha ricordato la mobilitazione di questi mesi finalizzata a raccogliere fondi per permettere a Luca di operarsi in America. Scuole, chiese, associazioni, pure di uomini di quel mondo dello spettacolo a cui Luca voleva appartenere hanno partecipato a questa gara di solidarietà. «Sentiamo quindi anche un compito grande da portare avanti – ha detto il sacerdote - che questi momenti che ci uniscono non vadano perduti per essere pronti non solo ad affrontare la sofferenza, ma anche a condividerla con chi ha bisogno noi».
Struggenti, a conclusione del sacro rito, due messaggi letti sull’altare da Lidia, la sorella di Luca, colei che ha smosso mari e monti, l’artefice della mobilitazione social e sociale per Luca. Un primo messaggio è stato scritto dalla madre, il secondo da Lidia. Mamma Pina ha ricordato gli ultimi giorni di Luca, il rimpianto di non essere stata presente al masterclass a cui Luca teneva molto, la passione del figlio per la recitazione che lei ha sostenuto e poi la malattia, le tante visite mediche. «Avrei rinunciato a qualsiasi cosa per te, avrei sacrificato un polmone per te. Ora non respiri ma vivi, non cammini ma voli verso il cielo azzurro per raggiungere il paradiso».
Anche Lidia ha parlato dei suoi ricordi con il fratello, suo eroe. «Chissà se sapevi che sarebbe andata proprio così, non era nei nostri piani di vita, noi che ci urlavamo contro per motivi stupidi. Spero che mi sentirai, che quando avrò bisogno mi manderai un segnale. Non lo so se è vero che quando qualcuno se ne va continua a sentirti dall’alta. Tu, comunque, fa tutto il possibile, perché io avrò sempre bisogno di te».
MGL
16 gennaio 2019


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