Giarre, contatori da disdettare e che il Comune invece ancora paga

Quanti sono i contatori dell’energia elettrica che il Comune dovrebbe disdettare, perché riguardano forniture non più utilizzate, e che, invece, continuano ad essere pagate? Su questo intende fare luce la V commissione consiliare “Lavori pubblici”, presieduta da Fabio Di Maria.
La segnalazione è giunta dal consigliere Massimo Di Prima il quale ha scoperto che sono ancora attivi dei contatori che avrebbero dovuto essere dismessi molto tempo fa. Si tratta dei contatori che alimentavano i mini impianti di depurazione che venivano utilizzati, nelle case popolari, prima dell’allaccio alla fognatura. «Insufflando aria nei liquami si otteneva un abbattimento delle cariche batteriche – spiega Di Prima – poi queste abitazioni furono collegate alla rete fognaria e questi impianti non avevano più motivo di esistere. Il motore elettrico fu staccato ma il contatore non è stato disdettato». Un esempio di questi contatori si trova nelle case popolari del quartiere satellite. In altre case popolari esisteva lo stesso tipo di impianto e quindi potrebbe ripetersi la stessa circostanza; sorge il dubbio che altri contatori relativi ad altre utenze inutilizzate possano essere rimasti attivi perché magari nessuno ha pensato a disdettarli: tanto poi paga il Comune. I consiglieri hanno rilevato che sono oltre 200 i contratti di fornitura di energia elettrica che l’Ente paga complessivamente e che vanno tutti verificati. «Nel caso migliore – aggiunge Di Prima - c’è solo il contatore dove il Comune paga il contratto di energia elettrica anche se non si paga consumo.





Ma non sono costi da ignorare. Altrove c’è il sospetto che qualcuno abbia approfittato di una fornitura di energia elettrica rimasta attiva».
Poi c’è un altro capitolo e riguarda le potenze impegnate nei contatori attivi: i consiglieri intendono verificare se sono congrue rispetto ai consumi e ai picchi di consumo, per evitare che il Comune paghi inutilmente per una potenza che non viene usata.  «Ci sono alcune strutture – aggiunge Di Prima - dove forse è necessaria di un’ottimizzazione dei contratti di potenza rispetto a quelle che sono le necessità». 
MGL
25 gennaio 2019

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