Giarre, aggiornamento piano di protezione civile: da un anno manca solo una relazione

L’aggiornamento del piano comunale di protezione civile è un atto che va redatto in “tempo di pace” per non ritrovarsi spiazzati al momento della calamità. Chissà se a Giarre il ripetersi di eventi naturali pericolosi non riesca ad accelerare l’iter burocratico per l’ultimazione dell’aggiornamento del piano, fermo all’ultimo miglio. Un lavoro iniziato nel 2017: sono state rinnovate le schede allegate, con l’indicazione di cosa occorre fare in caso di calamità, chi lo deve fare e chi, eventualmente, lo dovrà sostituire. Indicata la composizione e l’attività della “sala decisioni”, della “sala situazioni”, della struttura amministrativa di protezione civile, dell’ufficio tecnico comunale e della polizia locale. Un lavoro corposo il cui ultimo step è l’approvazione in Consiglio comunale. Manca ancora una relazione finale, chiesta dal sindaco Angelo D’Anna agli uffici già nel 2017. Ultimamente anche la V commissione consiliare ha sollecitato questa relazione che richiederebbe una settimana di lavoro di gruppo tra alcuni tecnici comunali.
Dal Comune precisano che, in caso di calamità, i contenuti adottati sarebbero quelli già aggiornati del piano, anche se non ancora ratificati. Ma siamo certi che tutto filerebbe liscio e non ci sarebbero intoppi, sovrapposizioni, incertezze, persino ricorsi legali? E’ necessario l’aggiornamento dei cartelli che indicano le aree di raduno in caso di calamità. Le scuole effettuano le prove di evacuazione, gli uffici comunali non l’hanno mai fatto. La natura ci sta facendo capire che non intende aspettare i tempi della burocrazia.





Il primo cittadino Angelo D’Anna, in proposito, spiega: «Il Comune è dotato di un piano di protezione civile che deve essere aggiornato essendo passati circa 8 anni dalla sua redazione. Il piano contempla i diversi rischi. Al mio insediamento l’ho posto come un tema da affrontare e attendo la conclusione. In questi due anni sono state aggiornate diverse tavole, l’esperienza ci ha permesso di sperimentare sul campo e migliorare gli stessi piani, tra cui quello relativo alla cenere: oggi, in proposito, avremmo indicazioni operative maggiori. Ho rinominato tutti i responsabili delle varie aree di intervento coinvolti in caso di calamità e ricordo che abbiamo sperimentato, proprio l’anno scorso, un’esercitazione di protezione con la presenza del 12° reggimento Carabineri “Sicilia” con cui abbiamo sperimentato l’attivazione del piano di emergenza. Tutti elementi che ci confortano nel dire che abbiamo contezza di come gestire e affrontare al meglio le emergenze».
MGL
27 dicembre 2018

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