Liberi consorzi dei comuni, settimana prossima l'atto di indirizzo in Consiglio. Molti scogli da superare

Liberi consorzi dei Comuni, i tempi stringono e Giarre deve dare il “La” all’iter che porterà all’eventuale costituzione di un libero consorzio. Ieri si è discusso di questo nella I e V commissione, in seduta congiunta presieduta da Salvo Camarda. «Tutte le forze politiche presenti in commissione – dice il presidente - sono d’accordo su un atto di indirizzo da preparare per la costituzione del consorzio Jonio-Taormina-Etna, come proposto dal gruppo “Città viva”».
Dopo questo atto di indirizzo, l’amministrazione verificherà la disponibilità degli altri comuni a costituire questo libero consorzio e dopo ancora si potrà procedere con la delibera di volontà di costituzione del libero consorzio che sarà sottoposta al voto di tutti i Consigli comunali dei comuni aderenti e che dovrà essere approvata con il voto dei 2/3 dei componenti.
«”Articolo 4” – riferisce Camarda - ha rinunciato a presentare la propria proposta chiedendo di integrare la proposta di "Città viva" con l’inserimento di quattro comuni dell’ex provincia di Catania indicati nella proposta di Articolo 4». Su questa ultima proposta Camarda ha delle riserve, dato che questi comuni non sono mai stati contattati.
Il presidente Camarda ha anche deciso di aggiornare la riunione delle due commissioni a venerdì per sentire in audizione anche l’amministrazione comunale, visto che il sindaco ieri non era presente alla seduta.
La prossima settimana, dunque, in Consiglio comunale sarà portato l’atto di indirizzo in cui il Consiglio impegna l’amministrazione a verificare la disponibilità degli altri comuni ad aderire alla costituzione del libero consorzio Jonio-Taormina-Etna.   «L’atto – sottolinea Camarda – darà un segnale agli altri comuni del futuro consorzio. Nella proposta i comuni di Giarre, Riposto e Mascali rappresenteranno il polo dei servizi; mentre il polo Taormina-Giardini Naxos e Letojanni ricopriranno più il ruolo di rappresentanza e promozione turistica. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato per lo sviluppo del nostro territorio».
Ma la strada è tutta in salita, come conferma anche il sindaco Roberto Bonaccorsi pur fiducioso nel fatto che si troverà un punto di intesa Amministrazione-Consiglio. Il problema è il seguito.  «Non è sostenibile per il Comune di Giarre un referendum – spiega il primo cittadino -non è solo un problema di volontà:  raggiunta un’idea e la condivisione di un’idea poi c’è la necessità di metterla in atto attraverso un percorso ad ostacoli. Trovata una soluzione condivisa bisognerà superare tutti gli ostacoli  che il legislatore ci ha messo davanti».
Da più parti, dati gli impedimenti frapposti dal legislatore, si auspica a questo punto una modifica della legge regionale che consenta realmente ai territori di autodeterminarsi e decidere il proprio futuro.  
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 11 giugno 2014

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