Giarre, un esercito di cento volontari per aiutare le donne vittime di violenza

Un piccolo esercito di futuri operatori d’ascolto per sportelli e centri antiviolenza si è formato attraverso un corso promosso dall’assessorato alle pari opportunità del Comune e conclusosi ieri nella sala Romeo del palazzo delle culture. Cento i corsisti, soprattutto donne, di estrazione ed età variegata.
L’iniziativa è nata nel solco dell’esperienza dello sportello rosa, attivo nel palazzo delle culture e intitolato a Maria Rita Russo, la maestra giarrese bruciata viva dal marito nel 2009.
Ieri, a chiudere il corso c’era il magistrato Marisa Acagnino che ha spiegato le principali leggi in materia. «Innanzitutto è fondamentale l’ascolto – ha detto– e poi bisogna conoscere le informazioni necessarie per approntare le forme di tutela e quali strumenti l’ordinamento giuridico dà a favore delle donne vittime di violenza. Abbiamo parlato di tutti i tipi di denuncia, soprattutto degli strumenti di diritto civile che consentono di ottenere tutela anche per le violenza perpetrate in casi di convivenza non coniugale».


-        Ci sono vuoti normativi da colmare?
«Bisognerebbe trovare una soluzione per le ipotesi di violenza perpetrata da soggetto non convivente. Talvolta capita che non sia il convivente a commettere atti di violenza, ma un soggetto con cui la convivenza è già cessata o non c’è mai stata: in questo caso non c’è tutela civile ma solo la possibilità di denunciare per atti persecutori o per altri reati che spesso vengono commessi.
Nel 2013 la legge ha ampliato la tutela consentendo anche l’ipotesi di intervento della forza pubblica, indipendente dal fatto-reato e dalla denuncia, ma generalmente ci si riferisce alla “violenza domestica”».
Da sinistra a destra, dott.ssa Lucia Brischetto,
l'assessore Piera Bonaccorsi
e il magistrato Marisa Acagnino
- E’ cresciuta la sensibilità sulla violenza alle donne ma il numero di reati continua ad essere alto, anche nel giarrese: cosa manca?
«Non devono essere sensibilizzate solo le donne perché denuncino, devono essere sensibilizzati anche gli uomini: senza rispetto reciproco non ci può essere una relazione, e questo lo devono imparare gli uomini prima delle donne».
L’assessore alle pari opportunità Piera Bonaccorsi traccia un bilancio molto positivo del corso: «Abbiamo affrontato la tematica da varie prospettive - dice -. Sono molto soddisfatta e pensiamo a ulteriori edizioni e a iniziative nelle scuole. Si è creato un gruppo apolitico di donne che si sono messe a disposizione per lavorare nel nostro sportello. Attenzioneremo bandi europei e regionali sulla tematica per trovare ulteriori fondi che ci permettano di continuare a lavorare a favore delle donne».
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 4 giugno 2014

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