Giarre, scelte politiche del passato ancora da pagare

Il Consiglio comunale di Giarre giovedì ha riconosciuto una serie di debiti fuori bilancio per un ammontare di 2milioni di euro circa. Una deliberazione che serve alla giunta Bonaccorsi per usufruire  delle opportunità offerte dal decreto-legge n.35 dell’8/04/13,  che permette ai Comuni di ottenere anticipazioni della Cassa depositi e prestiti per il pagamento di debiti scaduti, soldi che il Comune potrà restituire in 30 anni a un tasso vantaggioso. 
I debiti esaminati provenivano quasi tutti da sentenze e la deliberazione più che riconoscerne la legittimità mirava a  verificarne la compatibilità per adottare i provvedimenti di riequilibrio finanziario.
Sono stati esaminati così debiti del Comune risalenti anche agli anni ‘90 che hanno messo in luce quanto sono costate alcune scelte politiche.
Ad esempio, l’amministrazione Sodano decise di opporsi a 44 decreti ingiuntivi presentati da un avvocato per ottenere il pagamento di parcelle non ancora saldate. Ma nei giudizi di opposizione solo per le spese e gli interessi l’Ente dovrà pagare 136mila euro, e, in più, ancora deve essere pagato l’avvocato incaricato.

Ma il debito più cospicuo di cui si è parlato riguarda un corso di laurea triennale per traduttori e interpreti, attivato dalla giunta Toscano nella seconda metà degli anni ‘90 attraverso una convenzione con l’università. In base a questa convenzione il Comune doveva versare ogni anno all’università 300milioni di lire. Dopo quasi vent’anni al Comune restano ancora da pagare 723 mila euro.
Proteste dall’opposizione: per Tania Spitaleri e Gabriele Di Grazia il tema è stato poco approfondito e non condiviso con il Consiglio, mentre per Giannunzio Musumeci la maggior parte di questi debiti fuori bilancio sono impegnati su residui passivi e quindi, essendo stati riconosciuti come debiti fuori bilancio, il disavanzo non è quello prospettato dall’amministrazione.
Il sindaco Bonaccorsi ha riposto che il poco tempo a disposizione è dipeso dalla data di emanazione del provvedimento, 16 maggio, e che tutti i comuni che si avvalgono della proroga sono ancora oggi al voto in Consiglio comunale. A Musumeci ha detto che l'aver ricondotto i debiti fuori bilancio nell'arco temporale in cui questi erano sorti non solo era doveroso, ma è conforme sia ai principi contabili che alle uniformi deliberazioni della Corte dei Conti.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 31 maggio 2014

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