Per un voto non viene istituito a Giarre il registro delle unioni civili

Niente da fare, per un voto, mercoledì sera, il Consiglio comunale non ha approvato l’istituzione del registro delle unioni civili. Il punto era all’ordine del giorno della seduta di lunedì 28 febbraio. In aula i numeri avrebbero dato ragione ai “sì”, ma, al momento della votazione, i consiglieri del Popolo della Libertà hanno lasciato l’aula facendo venire meno il numero legale. La seduta quindi, lunedì, era stata sospesa per proseguire mercoledì sera. A votare a favore della mozione, proposta dal consigliere del Pd Tania Spitaleri, una maggioranza trasversale composta da 9 consiglieri. Contro la proposta si sono espressi, invece, 8 consiglieri e un altro consigliere si è invece astenuto. Ma, secondo quanto prevede il regolamento, il punto sarebbe passato solo con i voti favorevoli della metà più uno dei consiglieri presenti in aula: quindi erano necessari 10 voti. Per un voto il registro non è stato istituito.


A votazione avvenuta il consigliere Gaetano Cavallaro è intervenuto per sottolineare che si è trattato di un voto di coscienza e che nessuna parte politica avrebbe dovuto prendersene merito.

Di diverso avviso i giovani dell’associazione “Italia Avvenire”, presieduta da Alberto Cardillo, che, in una nota, hanno commentato: «Prendendo atto della bocciatura della mozione del Pd presentata in consiglio comunale, in merito all’istituzione del registro delle unioni civili, Italia Avvenire, avendo preso posizione sul tema in tempi non sospetti, esprime tutta la propria soddisfazione per l’esito della vicenda. A tal proposito Italia Avvenire rivolge il proprio plauso a tutti i consiglieri comunali che hanno suffragato la causa del “no” al registro delle unioni civili, ed in particolare al gruppo consiliare del Pdl, che coerentemente compatto intorno ai propri valori relativi alla delicata materia in questione, ha saputo sopperire anche alle evidenti (e deludenti) mancanze di altre componenti dell’attuale alleanza di centro-destra».
Maria Gabriella Leonardi
4 marzo 2011

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