Consegnate al dg dell'Asp Calaciura le 16,181 firme della petizione pro ospedale


Servizi sicuri e di qualità nell’ospedale “S.Giovanni di Dio e S.Isidoro”. Per questa e per altre ragioni 16.181 persone hanno firmato, nei mesi scorsi, la petizione promossa dalla Rete delle associazioni cittadine e consegnata ieri, nell’ospedale di Giarre, al direttore generale dell’Asp dott.Giuseppe Calaciura. All’incontro erano presenti anche il dirigente del p.o. dott.Salvatore Scala e l’assessore Francesco Longo. Il dott.Calaciura ha preso in consegna le firme che invierà all’assessorato regionale alla sanità scrivendo, nel contempo, anche al presidente della Regione. Le associazioni invieranno, frattanto, un documento alle massime autorità, a partire dal Presidente della Repubblica, perché sia verificata la coerenza tra la riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana con la Costituzione e la Legge.
Le associazioni, attraverso Angelo D’Anna, hanno avanzato due richieste: entrare a far parte del Comitato consultivo provinciale e, a livello locale, la creazione di una forma flessibile ma continuativa di confronto con l’Asp e l’ospedale per approfondire le eventuali segnalazioni di disservizi provenienti dai cittadini. Disponibile in tal senso il dott.Calaciura: le riunioni, però, dovranno tenersi a livello distrettuale, coinvolgendo associazioni di Giarre e di Acireale. La Rete ha chiesto una nuova Tac e se allocare la Casa della Salute dentro l’ospedale sia preludio della chiusura del presidio, ma su questo sono giunte le rassicurazioni di Calaciura: nella Casa della salute dovranno essere presi in carico i pazienti soprattutto riguardo alle due patologie più diffuse: il diabete e lo scompenso cardiaco.
Durante l’incontro è emerso un deprecabile episodio verificatosi venerdì al pronto soccorso: una cardiologa è stata aggredita mentre soccorreva un paziente in gravissime condizioni. L’assessore Longo ha chiesto una maggiore vigilanza e il dott.Calaciura ha ipotizzato il trasferimento della vigilanza dall’ingresso all’interno dell’ospedale.
Maria Gabriella Leonardi
30 maggio 2010

Commenti