"Anche i dipendenti comunali piangono..."

Oltre all’opposizione di sindacati, associazioni e cittadini sull’aumento della Tassa sui rifiuti, l’amministrazione comunale sul “fronte interno” si ritrova a fronteggiare, in questi giorni, anche i malumori di una parte dei dipendenti comunali chiamati a restituire al Comune le indennità di rientro, percepite dal 2002 al 2004. Mediamente ogni dipendente comunale (inclusi i pensionati) è chiamato a restituire all’Ente circa 2000 euro. Ma non c’entra niente il disavanzo del Comune. Queste indennità di rientro furono accordate nel 1994 con la delibera n. 457 dell’allora giunta comunale con la quale veniva introdotta l’articolazione dell’orario di lavoro su cinque mattine con due rientri pomeridiani invece delle sei mattine a settimana. Quale riconoscimento economico a tutti i dipendenti che avrebbero svolto i rientri pomeridiani fu stabilito di corrispondere 2500 lire l’ora. Per questa indennità la spesa sostenuta dal Comune è stata di 195mila euro circa nel 2002, 181mila euro nel 2003 e 93mila euro nel 2004. Nel 2005 tale indennità è stata poi eliminata a seguito di un accordo con le organizzazioni sindacali che rappresentano i dipendenti. Nel 2007, dopo aver compiuto un’ispezione, il dott.Francesco Zompì, dirigente dei Servizi ispettivi di finanza pubblica del Ministero dell’economia e delle finanze, ha ritenuto illegittime queste somme percepite dai dipendenti.
Il Comune di Giarre con i suoi 255 dipendenti più 54 precari è l’azienda più grande della città. Tra i numerosi dipendenti interessati da questo recupero somme, Roberto Rompineve spiega:«abbiamo attivato una serie di procedure per non restituire questi soldi». In proposito il sindaco, Teresa Sodano, evidenzia che «l'Amministrazione deve solo ottemperare a quanto rilevato dall'ispettore. Si coglie l'occasione per ricordare che l'Ente comunale, già a partire dal 2005 aveva sospeso le indennità, avendo accertato che esse non andavano corrisposte. In questi giorni si stanno valutando gli aspetti operativi per l'applicazione delle trattenute chiedendo in merito un parere alla Corte dei Conti».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato il 26 febbraio 2009)

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