Giarre, blocco scarichi ditte spurgo: un cortile condominiale allagata di liquami

La Pasqua ai residenti dei condomini di via Trieste 52 ha portato l’amara sorpresa dell’otturazione dello scarico fognario. Una perdita è comparsa, infatti, nel cortile interno del complesso condominiale. E, dopo una settimana circa, i residenti raccontano che il tombino è letteralmente esploso per la fuoriuscita di liquami. Si è creato nel cortile un ristagno di acque di scarico che da due settimane costringe i residenti a stare con le finestre chiuse. I bambini, anche se le giornate sono belle, sono costretti a stare a casa e non possono scendere giù a giocare. Si è creata, con il passare dei giorni, una situazione di emergenza sanitaria.
L’area è transennata, i miasmi insopportabili e diversi residenti sono fuoriosi. Qualcuno racconta che in passato si erano verificati altre perdite da un altro tombino, ma mai di questa entità. I residenti temono il protrarsi di questa grave situazione già insostenibile, soprattutto con l’innalzamento delle temperatura.
Si tratta di un problema circoscritto ad un complesso condominiale che, però, in questi giorni però si incrocia con una vicenda che investe tutta la provincia di Catania. Di norma, infatti, quando si verifica un inconveniente di questo tipo viene chiamata una ditta che si occupa di spurgo dei pozzi neri. Ma proprio in questi mesi le imprese del settore stanno protestando ormai da dicembre. Quattro mesi fa, infatti, è scattata una drastica limitazione ai quantitativi di conferimento di fanghi dai pozzi e strutture di privati nell'impianto di depurazione che si trova a Catania a Pantano d'Arci.
In questo depuratore, che appartiene al Comune di Catania ed è  gestito dalla partecipata Sidra, arriva una piccola percentuale degli scarichi fognari di Catania ed è stata, invece, raggiunta la capacità limite nell’area a disposizione del settore spurgo. Ne consegue che una ventina di aziende di spurgo pozzi neri non possono più smaltire la gran parte dei fanghi che vengono prelevati dai pozzi e dalle fosse biologiche private. Al momento, alcuni abitanti del condominio spiegano che una ditta di pozzi neri incaricata di spurgare la condotta condominiale dovrebbe poi andare a scaricare i liquami nel palermitano, con una lievitazione notevole dei costi. Qualcuno parla di 2500-3000 euro per un intervento di spurgo che, mediamente, dovrebbe costare intorno ai 250 euro o comunque meno di mille euro.






Della vicenda è stato informato anche il sindaco Angelo D’Anna. Sembrerebbe che, data la grave emergenza sanitaria creatasi, un’ordinanza sindacale potrebbe, infatti, sbloccare gli attuali limiti allo scarico. L’ordinanza, a giorni, dovrebbe essere emanata.
MGL
12 aprile 2018

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