Giarre èvviva senza capogruppo, il Consiglio si ferma

Giovedì a Giarre non si è neanche aperta la seduta di Consiglio comunale in quanto non è prevenuto al presidente del civico consesso il nome del nuovo capogruppo di Giarre èvviva al posto del dimissionario Giuseppe Leotta.
Il capogruppo di “Città viva” Armando Castorina avevA chiesto all’opposizione, per senso di responsabilità, di mantenere il numero legale dato che in maggioranza c’erano assenti per motivi di salute. Ma il presidente del Consiglio comunale, Francesco Longo, ha richiamato la maggioranza al rispetto delle regole scritte dallo stesso Consiglio. L’art. 7 comma 3 del regolamento del civico consesso prevede, infatti, che quando si dimette un capogruppo alla prima seduta utile viene nominato il successore. Longo ha quindi sottolineato che non è venuto meno il senso di responsabilità chiesto da Castorina e ha annunciato un sollecito scritto.
Duro Fabio Di Maria che fatto presente che l’opposizione stava tenendo il numero e evidenziando la gravità di quanto stava facendo la maggioranza che stava disattendendo il regolamento e ha bollato Castorina come impreparato. In più ha aggiunto che già l’amministrazione comunale manca di rispetto al Consiglio, riferendosi alla nomina del nuovo assessore resa nota ai consiglieri a cose fatte. Giannuncio Musumeci ha rimarcato che il senso di responsabilità è mancato per la maggioranza e non per l’opposizione e che non c’era un problema di salute ma politico.



Il grande assente era Francesco Cardillo che doveva diventare il capogruppo di Giarre èvviva e che non ha partecipato ad una riunione di maggioranza. «Si dovevano affrontare tematiche importanti per la città – dichiara il consigliere di opposizione Leo Patanè -  come il piano triennale delle opere pubbliche ma tutto si è bloccato». Patanè ha invitato il presidente Longo a non convocare più Consigli fino a quando non verrà comunicato il nuovo capogruppo. In questo contesto, il sindaco ha presentato al Consiglio comunale il nuovo assessore ai lavori pubblici Franco Di Rao.
MGL
3 febbraio 2018

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