Giarre, alla scoperta dei tesori della chiesa madre

Sono tanti i tesori del Duomo di Giarre, sconosciuti agli stessi giarresi. Ieri l’Unitre, presieduta da Maria Grazia Bechini, ha voluto riscoprire questi tesori nascosti con una visita guidata, a cura del prof. Salvo Puccio, ed effettuata quest’anno in cui ricorre il bicentenario dell’apertura al culto di quello che è il massimo monumento cittadino. Un edificio imponente, 34 metri di altezza e 25 di larghezza, soprattutto in rapporto alla popolazione dell’epoca, basti pensare che nel 1861 Giarre aveva ancora solo 13mila abitanti circa. «I giarresi si sentivano importanti – ha spiegato il prof. Puccio – volevano una chiesa maestosa, anche più grande della cattedrale di Acireale: esisteva una sorta di rivalità».
Maestoso anche l’organo della chiesa, realizzato dai fratelli Serassi di Bergamo, alto 10 metri e con ben 3000 canne di cui quelle esterne in metallo e quelle interne di legno. Ne esiste un altro gemello in Sicilia e si trova a Modica. Durante la seconda guerra mondiale l’organo giarrese fu danneggiato da una scheggia e agli inizi degli anni ’60 è stato riparato. I soci dell’Unitre hanno potuto ascoltare ieri il suono di questo organo che dispone anche di piatti e tamburi e per questo fu anche criticato all’epoca in quanto uno strumento simile si presta più a concerti che alla liturgia.




La prima pietra del Duomo fu posata nel 1794 e ci sono voluti 24 anni per costruire la chiesa, quasi del tutto solo con offerte dei fedeli.
Il primo arciprete parroco si insediò nel 1823, don Salvatore Fiammingo; commissionò tutti i quadri che ci sono dentro la chiesa. Il più antico è settecentesco, è di Paolo Vasta, rappresenta la Madonna con accanto alcuni santi: in primo piano Sant’Agata e Sant’Isidoro. Il dipinto è collocato sopra la porta della sacrestia.
Tra le curiosità della chiesa madre le numerose stelle a cinque punte disegnate sul pavimento. Come ha spiega il prof. Puccio, dentro una chiesa si addicevano delle stelle di Davide, non delle stelle a cinque punte: testimoniano la forte presenza della massoneria a Giarre.
L’arciprete don Nino Russo ha annunciato che quest’anno saranno organizzate delle mostre per esporre le opere di pregio della chiesa madre: «Sono patrimonio di tutti – ha detto- così come la religione fa parte del patrimonio storico culturale dell’Italia».
MGL
2 febbraio 2018

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