A Giarre, la grande esercitazione di protezione civile

le autorità
La maggior parte dei giarresi non si sarà forse resa conto della grande esercitazione di protezione civile che ieri si è svolta a Giarre. Ma proprio nel loro interesse sono state testate le procedure da seguire e l’organizzazione di spazi, uomini e mezzi da attuare in caso di calamità.
Questo tipo di esercitazione viene svolta ogni sei mesi dall’Arma dei Carabinieri, per cui ieri erano presenti importanti ufficiali: il generale di Brigata Carlo Cerrina, comandante della prima Brigata mobile dei Carabinieri; il colonnello Salvatore Sgroi, comandante del 12° reggimento Carabineri “Sicilia”; il tenente colonnello Miro Viticchio, comandante del 14° battagliano “Calabria” e il comandante della compagnia dei Carabinieri di Giarre, Luca Leccese. Circa 200 i militari coinvolti e 300 i pass distribuiti a studenti, funzionari comunali, di altri enti e volontari. In campo una quarantina di veicoli dell’Arma, tra cui uno shelter per la cucina da campo e uno per le trasmissioni più un elicottero.
Soccorso alpino mette in salvo opera d'arte
L'esercitazione ha preso le mosse da un'ipotetica forte scossa sismica, peraltro già verificatasi nel secolo scorso in questa zona. In tutte le scuole, alla stessa ora, è stata provata l’evacuazione. Carabinieri e polizia municipale hanno presidiato le principali vie cittadine. I tecnici comunali hanno verificato i pozzi comunali, i ponti e la viabilità.
Il clou dell’esercitazione si è tenuto nel campo di atletica che, in caso di calamità, è uno spazio strategico, nel cuore della città: vi è stata allestita una mensa da campo e sono stati preparati pasti per centinaia di persone. Sono state allestite tende per presentare le attività svolte da tutti i reparti scelti dell’Arma: i Ris, chiamati ad identificare le vittime; i Nas che devono controllare la somministrazione di alimenti e farmaci; i carabinieri della Tutela patrimonio culturale e i carabinieri forestali, i nuclei cinofili che hanno simulato il ritrovamento di un cadavere/manichino. Presenti anche i volontari del soccorso alpino che hanno mostrato la spettacolare messa in sicurezza di un’opera d’arte, calata con una periferica dalla tribuna centrale. L’opera d’arte, peraltro, era un vero dipinto appartenente alla chiesetta di San Filippo Neri.
Il momento più mozzafiato è stata la cattura di un detenuto fuggito dalla casa circondariale, danneggiata dall’ipotetico sisma. Un elicottero è atterrato nella pista, sono scesi alcuni militari scelti che hanno circondato un container ove era “asseragliato” il fuggitivo, hanno sfondato la porta e lo hanno arrestato.
«Come Arma – spiega il colonnello Sgroi – tra i nostri compiti abbiamo anche quello della protezione civile. Oggi è presente il 12° Reggimento carabinieri “Sicilia”, supportato dalla prima Brigata mobile. Effettuiamo queste esercitazioni per affinare lo strumento. Abbiamo testato anche la viabilità intercomunale e per arrivare qui abbiamo lasciato l’autostrada ipotizzando che, in caso di terremoto, vi si formi un gradino di 50 cm non superabile».
la mappa del campo con dislocazione
mezzi
Presenti un centinaio di volontari che nel piano di protezione civile comunale hanno come responsabile Giancarlo Lo Giudice della Misericordia di Giarre. Presenti, oltre alla Misericordia giarrese, la Cri, che ha allestito il presidio medico avanzato, più altre associazioni coinvolte tramite il Csve: l’Arci caccia Acireale, il Gruppo cinofili acese, la Misericordia di Fiumefreddo, i Noes di Mascali, l’Acv di Mascali, l’Etna club di S.Venerina, l’Ari, l’Avis, “Sorridendo insieme” e “Cerchio Magico”. Presente anche una postazione del Numero unico emergenza 112 Sicilia orientale.
L’esercitazione è servita anche ad evidenziare le criticità, come spiega Aldo Bonina, dell’Unità operativa pianificazione territoriale del servizio Sicilia sud orientale del Dipartimento regionale di Protezione civile: «Questi addestramenti servono anche per individuare le criticità pure riguardo al raggiungimento delle aree di attese e alle vie di fuga. In questo campo di atletica abbiamo visto che basterebbe un piccolo collegamento di 150 metri verso est (la via Federico II di Svevia ndc) per dare fiato a questo polmone di protezione civile comunale,  che al momento è solo collegata con via Callipoli». Ci vorrebbe quindi un progetto e la ricerca di apposito finanziamento.
riunione operativa per studiare le criticità
Presente anche l’Asp che ha fornito i medicinali ai volontari: in caso di calamità – come ci ha confermato il direttore del Distretto Giacomo Benenati - i medici del Pta sarebbero precettati per partecipare ai soccorsi.
«La città oggi ha imparato a conoscersi – ha detto il sindaco Angelo D’Anna  – abbiamo sperimento i primi passi da compiere in caso di calamità e conosciuto meglio l’Arma, punto di riferimento con i suoi corpi speciali. Siamo consapevoli dei rischi, ma anche di saperli affrontare».
MGL
16 dicembre 2017

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