Tutte le ambulanze impegnate, per una chiamata a Riposto deve arrivare un'ambulanza da Linguaglossa

Chiamano il 118, tutte le ambulanze del circondario sono impegnate, quella più vicina si trova a Linguaglossa che, dal momento della chiamata, impiega 28 minuti per arrivare sul posto in cui era stata chiamata, a Riposto. E’ accaduto mercoledì nel comune marinaro. Su facebook si è subito sparsa la voce che un uomo di Riposto fosse morto a causa del ritardo dell’ambulanza arrivata, dopo oltre 40 minuti. In realtà, come abbiamo verificato interpellando i Carabinieri, il medico che ha accertato la morte dell’uomo ha constatato che si è trattato di un infarto fulminante e che all’uomo è stato praticato, invano, anche il massaggio cardiaco. Nessuna denuncia, inoltre, è stata presentata dai familiari e si può concludere che in questo caso se pure l’ambulanza fosse arrivata molto prima non sarebbe riuscita a salvare l’uomo.
Ma resta il fatto che tutte le ambulanze fossero impegnate e che l'unica libera sia arrivata sul posto dopo ben 28 minuti.
Dalla Centrale Operativa del 118, sita nell'ospedale Cannizzaro di Catania, abbiamo appreso che «in effetti, le ambulanze più vicine, a quell'ora, erano tutte impegnate in altri interventi, ma che l'ambulanza da Linguaglossa è arrivata in 23 minuti dall'allerta, e soltanto 28 minuti dopo la chiamata al 118, non "oltre 40 minuti".
Più precisamente, la telefonata al 118 è stata registrata alle 12.27. L'ambulanza di Linguaglossa è stata inviata alle 12.32 ed è arrivata sul posto alle 12.55.
Le altre ambulanze si sono liberate dopo l'episodio, nel dettaglio: l’ambulanza di Giarre si è liberata alle 15 da Taormina, l’ambulanza di Mascali si è liberata alle 14.35 da Acireale, l’ambulanza di Fiumefreddo si è liberata alle 13.20 da Taormina, l'ambulanza di Acireale è rientrata alle 12.33».
Da questi orari si può ritenere che le ambulanze impieghino molto tempo per “sbarellare” un paziente. Inoltre, se pure sono 28 e non “oltre 40” i minuti impiegati, si tratta pur sempre di un tempo notevole che, in altre casi, potrebbe essere fatale.
Sulla questione, con una nota, è intervenuta la Rete delle associazioni jonica:  «Quello che è accaduto l’altro ieri non è un caso di malasanità ma l’ennesima prova che la cosiddetta "rifunzionalizzazione" messa in atto in sostituzione del pronto soccorso nell’ospedale di Giarre non garantisce il diritto alla vita. Dopo anni di battaglie lo sconforto è tanto. A chi ci rappresenta localmente si chiede con forza di lottare. Noi come Rete continueremo il percorso con la giustizia ordinaria, staremo vicino agli indagati per il blocco ferroviario, ci mobiliteremo insieme alle altre entità che lottano per l'ospedale ma sarà tutto inutile come lo è stato fino ad oggi se il popolo non si sveglierà».https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhZxDR1uNbnunToUld9KRJ5MuUVDNne_ZoF91S_nQIwrTfhIVjd2HVdsz2UZ5XM5tpbR_lotyi0pteD6JLSb91o-uPXUcRxY6HCxn6fGcbUUWqv3W4jzOWFsaIKGbMT-6TIoqwd7hTDEtdHnHZknXApPp20lvdgF8KhUG7W=s0-d-e1-ft
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 28 gennaio 2017

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