Giarre, sindaci replicano a coordinatore TdM di Acireale, Musmeci

I sindaci del distretto socio sanitario di Giarre replicano al coordinatore del Tribunale dei diritti del malato di Acireale che ha giudicato “goliardico” il loro blitz al pronto soccorso dell’ospedale acese. In una nota, i sindaci scrivono: «Il sopralluogo nel pronto soccorso di Acireale non era mirato alla delegittimazione del nosocomio acese, perché non è nostra intenzione appropriarci di ciò che non ci appartiene, ma solo abbiamo voluto controllare di persona, nella qualità di massima autorità sanitaria locale, le condizioni che trovano i nostri concittadini nel momento in cui sono costretti a ricorrere a prestazioni sanitarie erogate a chilometri di distanza e in una struttura che attualmente non è in grado, a nostro giudizio, di far fronte ad un bacino di utenza di oltre 230mila  abitanti».

I sindaci concordano con il primo cittadino di Acireale Barbagallo sulla collaborazione di tutti per migliorare e potenziare ulteriormente i servizi. «Il nostro unico obiettivo – ribadiscono - è quello di riavere a Giarre un ospedale di base con il pronto soccorso, (senza alcun interesse volontà di competizione con la vicina Acireale). Però non comprendiamo come mai tutti gli altri ospedali riuniti siciliani (come Caltagirone-Militello e Paternò-Biancavilla-Bronte) pur avendo dei servizi razionalizzati, hanno ognuno il proprio ospedale di base e relativo pronto soccorso, mentre Giarre risulta essere l’unico esempio siciliano di ospedale di base e annesso pronto soccorso chiuso pur avendo un’utenza rispondente a quanto previsto dal Decreto Balduzzi, così come gli altri requisiti stabiliti per legge. Forse perché senza la nostra utenza Acireale non sarebbe riuscita ad ottenere gli Standard previsti per avere un Dea di I livello, calpestando qualsiasi criterio di razionalizzazione dei costi giacchè a meno di 7 chilometri si trova un Dea di II livello (il Cannizzaro)?».


Al coordinatore locale del Tdm di Acireale, Carmelo Musmeci, i sindaci rivolgono «L’invito a verificare meglio la normativa che riguarda le competenze del Sindaco e, qualora le affermazioni pubblicate sul quotidiano “La Sicilia” corrispondano al vero,  lo diffidiamo ad utilizzare nei nostri confronti, quando svolgiamo compiti Istituzionali, termini più adeguati e consoni al ruolo che esercitiamo soprattutto senza utilizzare appellativi che restituiamo al mittente».
I sindaci precisano che della loro iniziativa erano stati informati il Commissariato di Polizia di Acireale  e l’amico sindaco Roberto Barbagallo.
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 22 gennaio 2017

Commenti