Giarre, i sindaci si ribellano alla riformulazione della rete ospedaliera

Il territorio jonico etneo è la pecora nera della sanità siciliana, l’unico ad essere stato penalizzato dall’ultima rimodulazione della rete ospedaliera. Ma i sindaci del distretto socio-sanitario, convocati ieri dal sindaco D’Anna, non sono rassegnati, non intendono più chiedere incontri con altre istituzioni e sono pronti a nuove iniziative, anche clamorose e che saranno annunciate solo al momento in cui saranno compiute.
Presenti ieri, oltre al sindaco di Giarre, i sindaci di Mascali, Luigi Messina, Fiumefreddo, Marco Alosi, S. Alfio GiuseppeMaria Nicotra, Riposto, Enzo Caragliano, Piedimonte Etneo, Ignazio Puglisi e  gli assessori dei Comuni di Milo, Francesca Strano, e Mascali, Paolo Virzì, i Presidenti dei Consigli comunali di Castiglione, Stefano Papa,  S. Alfio, Renato Ferdinando Finocchiaro, il consigliere comunale di Giarre Armando Castorina, delegato dal sindaco per l’ospedale, e il consigliere comunale di Linguaglossa, Salvatore Rinaldi.
«Intraprenderemo tutte quelle azioni che riterremo più opportune, anche senza preavviso – ha detto al termine dell’incontro D’Anna - riteniamo uno spreco di risorse pubbliche la costituzione di un Dea di I livello ad Acireale a 7 km da un Dea di II livello mentre viene penalizzata tutta la fascia jonico etnea. Riteniamo che entrambi gli ospedali di Acireale e Giarre devono coesistere come ospedali di base e non accettiamo che il nostro territorio sia l’unico ad essere penalizzato. Questo territorio che paga le tasse, non intende sprecare i propri soldi e ritiene di avere diritto ad un presidio di sanità rappresentato da un pronto soccorso e da un ospedale di base. Non formalizzeremo alcuna richiesta di confronto perché negli anni sono state formulate molte richieste mai evase. Se le autorità competenti riterranno di doversi confrontare sanno che questi sindaci sono disposti a confronto».
Rabbia e determinazione tra i sindaci dopo un’attenta analisi della situazione che non lascia presagire nulla di buono. «Se deve essere mantenuto il pronto soccorso di Paternò o di Biancavilla, senza organico, dove si andranno a prendere dei medici? – ci ha spiegato il consigliere di Linguaglossa Rinaldi-.  Secondo me saranno depotenziate le piccole aree dei Pte e dei 118 territoriali. A fronte di una previsione di potenziamento della rete ospedaliera non c’è un aumento di risorse nella sanità. Ritengo pericolosissima la chiusura del Pte di Linguaglossa».
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 13 gennaio 2017

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