L'ospedale di Giarre non si trova vicino ad una faglia, però...

L’ospedale di Giarre non è costruito nei pressi di una faglia. Piuttosto tra Acireale e Giarre esiste un sistema di faglie che potrebbe isolare, in caso di calamità, il giarrese, rendendo complicati i collegamenti con gli ospedali. E’ quanto è emerso ieri sera durante l’assemblea pubblica organizzata dal Comitato cittadino Giarre nella sala Romeo del palazzo delle culture. A spiegare i rischi a cui è esposto l’hinterland giarrese è stato il dott. Marco Neri, geologo dell’Ingv. Di una presunta faglia nei pressi dell’ospedale di Giarre aveva parlato, invece, lunedì, il direttore generale dell’Asp di Catania Giuseppe Giammanco a Rai 3, durante la trasmissione “Mi manda Rai 3” che ha acceso i riflettori sull’ex ospedale di Giarre. Per questo ieri la moderatrice dell’incontro, la giornalista Emanuela Corsi, ha esplicitamente chiesto al dott. Neri se il presidio di via Forlanini sia stato costruito vicino ad una faglia. Dopo aver negato questa vicinanza, il dott. Neri ha spiega: «Quando si costruisce un edificio è necessaria una relazione geologica: sarebbe stato strano costruire sopra una faglia».

Tante le iniziative  in difesa del diritto alla salute promosse in questi anni, ma sinora non era mai stato chiesto l’intervento di un geologo. L’obiettivo non era quello di tranquillizzare sull’esistenza o meno di una faglia sotto l’ospedale, quanto, piuttosto, di evidenziare come anche i rischi a cui è esposta una zona dovrebbero essere tenuti presenti dai politici e da chi decide la distribuzione dell’offerta sanitaria in un territorio. E ieri è emerso come il versante orientale sia esposto a rischio sismico, maremoto, idrogeologico e vulcanico. E in caso di calamità questo territorio potrebbe rischiare di essere isolato.

L’incontro è stato aperto dal sindaco Angelo D’Anna invitato ad intervenire, però, in veste di avvocato. (D’Anna da legale aveva con un collega seguito il ricorso contro la delibera dell’Asp che ha chiuso il pronto soccorso). Il primo cittadino, legge alla mano, ha spiegato cosa spetterebbe al distretto di Giarre in base ai parametri (numero di abitanti, di accessi, distanza dai Dea, dipartimento d'emergenza e accettazione). E secondo i parametri della legge Balduzzi, come ha riferito l’avv.D’Anna, il distretto di Giarre ha i requisiti per un ospedale di base, non per un ospedale di comunità, previsto per territori più piccoli.

Per l’Asp è intervenuto il dott. Rocco Romeo che ha spiegato che, pur condividendo la visione del sindaco, per l’esistenza di un pronto soccorso oltre al numero di abitanti devono sussistere altre caratteristiche. E il pronto soccorso di Giarre quando è stato chiuso operava come un Pte e non come un pronto soccorso. Anche la sala operatoria era già chiusa da un anno. Il dott. Romeo ha parlato di una medicina diversa che si sta portando avanti, seguendo il modello di Hub e di Spoke. E ha spiegato che la scomoda decisione di chiudere un pronto soccorso che un direttore generale deve prendere deriva da input regionali. Inoltre, attualmente solo il 30% dell’edificio di via Forlanini è agibile.

Ha concluso Angelo Larosa del Comitato cittadino che ha denunciato l’assenza dei dirigenti scolastici, seppur invitati. Ha invitato, ancora una volta, i rappresentanti istituzionali locali a difendere il territorio rompendo i cordoni ombelicali con i padrini politici che hanno preso in giro il territorio. Pronti in questa battaglia ci sono però gli studenti che – come ha detto Larosa - hanno dato disponibilità al comitato per questa lotta.
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 12 ottobre 2016

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