Giarre, lavori nel convento dei frati cappuccini

Si rifà la facciata del convento dei frati cappuccini, alle spalle della chiesa di “San Francesco d’Assisi al Carmine”. Lavori che, come sempre, sono realizzati del tutto a spese della comunità parrocchiale, senza l’intervento di enti esterni. Anzi, negli ultimi anni, piano piano, la comunità, guidata da padre Diego Sorbello, ha rifatto la facciata di tutto l’edificio di via Maria Santissima del Carmelo. Struttura che pur essendo un unicum ha due diversi proprietari: la chiesa e la canonica appartengono alla curia, il convento e i locali parrocchiali ai frati cappuccini. La chiesa risale al 1852, il convento è stato costruito a partire dal 1924, la zona della sacrestia intorno agli anni ’60 del secolo scorso.

La parte su cui si sta intervenendo adesso è quella del convento dove viene rifatta la facciata e soprattutto vengono ripristinati dei cornicioni pericolanti. L’area è circondata da ponteggi su via Padre Ambrogio che occupano in questi giorni una parte della carreggiata stradale.
La comunità parrocchiale non ha mai chiesto contributi ad enti pubblici e non solo in corso Sicilia ha realizzato, nell’excarcere mandamentale, il “Centro Santa Chiara”, il più grande centro Caritas della zona che ospita anche una casa di accoglienza dell’associazione “Papa Giovanni XXIII”. La comunità parrocchiale, negli ultimi 11 anni, ha anche speso 700mila euro in India per l’adozione a distanza di 300 bambini e per la costruzione di due ostelli, il “Santa Chiara” e il “Santa Teresa” e di due scuole, la “San Francesco” e la “Santa Chiara”.
«Non abbiamo mai speso soldi inutilmente, mai sparato fuochi d’artificio – rimarca il rigoroso parroco padre Diego – i soldi li abbiamo sempre raccolti e dati ai poveri». In pieno spirito francescano.

Il prossimo impegno di solidarietà internazionale della parrocchia sarà con l’Eritrea in uno scambio che ha del  profetico soprattutto in questo particolare periodo storico in cui gli stati non sanno gestire l’immigrazione. Tre frati cappuccini eritrei, infatti, verranno ad ottobre nella comunità giarrese per offrire alla comunità un supporto sul piano pastorale. In cambio, la parrocchia offrirà un sostegno economico al loro paese di origine. 
MGL
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 30 giugno 2016

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