Giarre, studenti protestano contro "buona scuola", diritti negati ai disabili e pronto soccorso chiuso

(Foto fornita da Salvo Russo)

«Scuola, disabilità e sanità: rispetto e qualità». Era la scritta che campeggiava sullo striscione di apertura del lungo e rumoroso corteo di studenti che, ieri mattina, ha percorso le vie principali di Giarre e Riposto. Una scritta che riassume le ragioni di una manifestazione, i diritti negati che fino a poco tempo fa davamo per scontati e che, in questi ultimi anni, invece, sono tornati ad essere una conquista.
Alla manifestazione, dove gli organizzatori parlano di 2000 presenze, hanno aderito tutti gli istituti superiori di Giarre e Riposto. Il raduno, in piazza Duomo a Giarre, e poi giù, lungo corso Italia, fino a piazza San Pietro Riposto per una assemblea conclusiva. Un tragitto scandito da soste intermedie, piazza Carmine e villa Pantano, nelle quali i ragazzi si sono seduti a terra, in mezzo alla strada.

Tra i manifestanti anche studenti disabili, accompagnati dai genitori. Questi ultimi, ogni anno scolastico, per garantire il diritto all’assistenza igienico-sanitaria ai loro figli a scuola devono ricorrere alle vie legali, con conseguenti costi economici. Anche per questo i ragazzi ieri hanno protestato.
Tutti i rappresentanti d’istituto degli studenti si sono impegnati per l’organizzazione della manifestazione e più volte hanno ricordato i motivi della protesta. «Abbiamo protestato per la riapertura del pronto soccorso – dice Salvo Russo, rappresentante d’istituto del Liceo “Leonardo” -. E’ stato attivato il Pte ma viene considerato una guardia medica più attrezzata, mentre, in base a quanto prevede la legge Balduzzi, in questo territorio, dovrebbe esserci un pronto soccorso».

Angelo Oliveri, rappresentante del Liceo “Amari” aggiunge: «Lo striscione iniziale era comprensivo dei motivi per cui siamo scesi in piazza, tra cui le inefficienze della città metropolitana riguardo all’edilizia scolastica, le strutture ormai fatiscenti per cui, ad esempio, non abbiamo libero accesso ai laboratori. Abbiamo protestano anche contro la riforma “La buona scuola” e lamentiamo che le attività svolte nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro non prevedano retribuzione. Riteniamo poi che non siano accettabili le prove Invalsi per testare preparazione in una scuola».
Per i ragazzi quella di ieri non è una giornata isolata.  «Se la nostra protesta non sarà ascoltata – dice Angelo Oliveri - questa sarà la prima di una serie di manifestazioni». «Il nostro obiettivo è organizzare una manifestazione a livello provinciale – dice Salvo Russo – in modo che in ogni comune della provincia gli studenti scendano in piazza tutti lo stesso giorno». 
MGL
Pubblicato il 10 aprile 2016 sul quotidiano La Sicilia

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