Il ruolo del commercio a Giarre

Di commercio a Giarre, del ruolo che ha rivestito, riveste e rivestirà in città non si poteva non parlare nell’anno del bicentenario. Ieri l’argomento è stato sviscerato in un incontro/conversazione tenutasi nel salone degli specchi. E non è stata solo la lode del tempo che fu, ma anche un momento per parlare delle nuove tendenze, dei rinnovamenti in corso da sapere cogliere.
Il punto di partenza è la tradizione da non disperdere: il vicesindaco Salvo Patanè ha ricordato le famiglie di commercianti che hanno creato il commercio a Giarre e tramandato l’attività ai figli, del legame personale che la clientela instaurava con il commerciante con cui si confrontava nell’immancabile trattativa sul prezzo, oggi impossibile con i franchising e i prezzi imposti dalla casa madre.
Il presidente di Confcommercio Francesco Candido ha ricordato gli anni d’oro del commercio e i tempi più bui, causati anche dall’avvento dei centri commerciali concentrati nel catanese in maniera spropositata. E poi la perdita a Giarre dei servizi, il tribunale e l’ospedale, che creavano anche un indotto e portavano persone in città. Il futuro? E’ guardare all’artigianato e all’agricoltura: «Il commercio è nato dall’artigianato e dall’agricoltura. Da questo si deve ripartire. Da Catania a Taormina, Giarre è il centro che esprime un maggiore fervore commerciale, mentre altri centri soffrono di più. Sta a noi creare una nuova sinergia. Crediamo in una classe di commercianti che si sa spendere».
Nel salone, accanto al tavolo  dei relatori, era esposto un quadro di Vito Sorbello, un dipinto a china raffigurante la fontana della villetta Garibaldi. L’opera appartiene alla famiglia di un importante commerciante giarrese scomparso di recente, Nino Gullì. Adesso la famiglia Gullì vuole donare questo quadro al Comune.
Prendendo spunto da questo quadro, il presidente Candido ha invitato i commercianti giarresi a portare nelle loro aziende qualcosa che rappresenti la comunità giarrese.




Toni critici, invece, da un altro storico commerciante giarrese ed ex presidente di Confcommercio: Armando Cutuli. «A Giarre – ha detto - il commercio non è stato mai tenuto adeguatamente in considerazione: è sempre stato visto meglio l’impiego pubblico. Tra gli anni ’70-’80 tre soli negozi occupavano a Giarre 130 persone, oggi, invece, meno di una ventina e il vicino centro commerciale ne occupa una sessantina». E poi è intervenuto un altro ex presidente di Confcommercio, Alfio Previtera, che ha detto: «Il commercio deve ritrovare quella centralità che ha perso negli anni. Deve essere moderno e andare incontro alle molteplici esigenze dei consumatori. E’ necessario un sistema bancario che favorisca, è importante veicolare un’immagine positiva di Giarre, convertire le nostre aziende, fidelizzare la clientela. Il 34% degli italiani fa shopping on line: dobbiamo capire qual è il business più redditizio».
M.G.L.
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 12 dicembre 2015

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