Giarre, da 6 mesi via Mattarella al buio

Aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e ora siamo arrivati a settembre. Da sei mesi circa la via Piersanti Mattarella a Giarre (zona fiera del giovedì)  è del tutto al buio a causa di un furto di rame. Le arterie vicine sono illuminate, più o meno. La via Pio La Torre, ad esempio, è illuminata a metà.
Sconsolati i residenti che le hanno provate tutte: si sono rivolti all’ufficio tecnico, ad amministratori per reclamare ciò che è un loro diritto, avere la strada in cui abitano illuminata. Alla loro richiesta si sono sentiti rispondere che il Comune non ha soldi. Una risposta che a questi residenti non va giù visto che pagano la Tasi, Tassa per i servizi indivisibili in cui rientra anche la pubblica illuminazione. Ma, evidentemente, come loro stessi affermano: «Paghiamo perché siano illuminate le strade degli altri, ma non la nostra».
Si va verso l’autunno, le giornate vanno ad accorciarsi e a rincasare non si sta sereni: l’oscurità potrebbe incoraggiare qualche malintenzionato, agevolare un inciampo, non far vedere un cane randagio. Peraltro, da un lato della strada vi è un giardino e quindi non si può contare neanche sulla luce di altre abitazioni. Qualcuno ha pure chiesto un consiglio a qualche avvocato che ha suggerito agli abitanti di via Mattarella di diffidare il Comune per tutti i pericoli in cui i residenti potrebbero ritrovarsi a causa dell’oscurità. Sconfortato qualche residente sta pure pensando a una forma di protesta più eclatante: la restituzione al Comune della tessera elettorale.




Abbiamo sentito il vice sindaco Salvo Patanè, già a conoscenza della questione: «Ci sono più strade nella stessa situazione. L’impegno nostro è quello di riuscire a fare un impegno di spesa per soddisfare questa esigenza. Sono circostanze che non dipendono dalla nostra volontà ma dobbiamo porvi rimedio».
Dai residenti l’auspicio è che questa volta non finisca come è finita con il segnale stradale che dovrebbe indicare il nome della strada “via Mattarella”. Dopo 25 anni dall’apertura della strada, infatti, il segnale non è stato mai collocato. E i primi anni la posta e i corrieri finivano a Riposto.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 3 settembre 2015

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