Giarre, cominciano finalmente a diffondersi gli stalli per i motocicli

Cominciano finalmente a diffondersi a Giarre gli stalli bianchi riservati alle due ruote. E si inizia da via Callipoli. Già qualche stallo esisteva davanti al Municipio e vicino al semaforo di piazza
Duomo. Altri quattro stalli, da ieri, sono stati istituiti, con ordinanza del dirigente della IVª area, Maurizio Cannavò, su via
Callipoli, dinanzi alla via Sciuti, in pratica davanti la chiesa madre.
Qualche anno fa, si parlava già dell’istituzione degli stalli per le moto soprattutto nella zona di piazza Carmine, ma poi tutto finì nel dimenticatoio e di stalli non se n’è vista neanche l’ombra, benchè nonsia proprio niente di eccezionale. La svolta si sta avendo con il passaggio delle competenze sulla segnaletica stradale al dirigente
Maurizio Cannavò, comandante della polizia municipale. In passato, infatti, la divisione tra le aree comunali di alcune competenze ha ritardato la realizzazione anche delle attività più semplici. «Abbiamo rifatto alcuni stalli su via Callipoli e frattanto – spiega Cannavò –
abbiamo realizzato questi quattro stalli per le due ruote dinanzi alla via Sciuti. Insieme al sindaco stiamo studiando la realizzazione di altri stalli nella zona di piazza Carmine, molto frequentata dai ragazzi».



Gli scooter e le moto hanno il divieto di salire su piazza Carmine, ma
non esistono stalli a loro riservati: c’è quindi un divieto ma non è
indicato il comportamento corretto. E questo non è pedagogico,
soprattutto per un luogo frequentato dai giovanissimi.
Istituire stalli riservati alle due ruote significa anche che non vi
sono più scuse per parcheggiare lo scooter sul marciapiede. Ma
bisognerà, altresì, che questi nuovi stalli per i motocicli siano
rispettati dalle auto, e non finisca come gli stalli gialli riservati
ai disabili, quelli rosa per le donne in gravidanza, le scivole e
tutti i divieti normalmente infranti perché il rispetto delle regole
non fa, purtroppo, parte delle tradizioni di questa terra.

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia l'11 luglio 2015

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