La Rete delle associazioni non si rassegna alla chiusura del pronto soccorso

Non si rassegna alla chiusura del pronto soccorso la Rete delle associazioni che sta lavorando sottotraccia individuare i possibili percorsi da seguire per offrire un’adeguata risposta sanitaria ai bisogni del territorio.
I rappresentanti della Rete hanno intensificato le loro riunioni. Come riferisce Armando Castorina, membro della Rete, lunedì sera, nell’ultimo incontro, si è, ancora una volta esaminata la delibera dell'Azienda sanitaria provinciale che ha chiuso il pronto soccorso dell'ospedale senza che fossero stati preventivamente attivati i servizi sostitutivi e di supporto ai reparti e al territorio, tra cui la guardia attiva 24 ore su 24 e le autoambulanza medicalizzate.
La Rete si sta muovendo su più fronti: sta prendendo contatti con rappresentanti istituzionali;  intende sensibilizzare ed informare il territorio a cominciare dalle comunità, le parrocchie, le associazioni. Si vuole accrescere la consapevolezza dei cittadini e anche fare luce sui servizi sanitari esistenti nel territorio, visto che, peraltro,  manca anche una carta dei servizi, più volte, inutilmente richiesta all’Asp. Grazie, invece, a volontari che appartengono ad associazioni e operano in ambito sanitario, le associazioni stanno compiendo una ricognizione dei servizi ancora attivi. In più, oltre alla denuncia di tipo penale, di cui si è detto nei giorni scorsi, si intende anche avviare una denuncia amministrativa   nei confronti dell'Asp.



«Grazie alle persone che stiamo consultando – spiega Castorina – ci siamo resi conto che nell’ottica degli ospedali riuniti non è possibile che un ospedale diventi una “dependance” dell’altro: entrambi i presidi devono avere pari dignità. E questo anche per evitare l’”esplosione” del pronto soccorso di Acireale. Ci sta stretto il Presidio territoriale di emergenza perché, a nostro avviso, non assolve a quell’esigenza di emergenza-urgenza. Inoltre, riteniamo che non ci siano i presupposti perché si attui l’accordo sottoscritto dall’Asp con i sindaci; a partire dalle 6 ambulanze medicalizzate sul territorio».  
Questa mobilitazione produrrà effetto?
Di certo è sintomo della forte insoddisfazione che le scelte politiche regionali e dell’Asp hanno prodotto nel territorio.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 20 maggio 2015

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