Come resuscitare l'acquario di #Giarre, chiuso nell'indifferenza generale

«L’acquario è momentaneamente chiuso al pubblico. Vi preghiamo di scusare l’inconveniente, stiamo lavorando per voi». Recita così un cartello collocato sul portone di ingresso dell’acquario Mediterraneo di piazza Mazzini, dinanzi alla stazione. Ma dentro non è rimasto più niente. 
Lo riferisce il presidente della IVª commissione consiliare, Angelo Spina, che ieri, insieme ai componenti della commissione, ha incontrato il commissario straordinario della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Romano.
L’ultimo gestore dell’acquario è stata la Fipsas, Federazione italiana
pesca sportiva e attività subacquee. La convenzione tra la Provincia e
la Fipsas è scaduta il 31 dicembre 2014 e l’acquario adesso è chiuso.
Nell’indifferenza generale la città ha perso una chicca, più
conosciuta dalle scolaresche che dagli stessi giarresi. «La Fipsas si
è fatta carico dei pesci – spiega Angelo Spina – l’acquario conteneva
esemplari del nostro mare e rappresentava una delle poche attrattive
turistiche di Giarre. Ne abbiamo parlato con il commissario che ci ha
proposto di dare in comodato d’uso gratuito al Comune l’acquario,
nello stesso stabile di proprietà della Provincia. Il commissario si è
anche detto disponibile ad inviare dei tecnici per interventi di
piccola manutenzione».
Se andasse in porto questa ipotesi, nell’arco di una settimana Comune e Provincia potrebbero siglare una convenzione. Il Comune potrebbe dopodiché anche emanare un bando di interesse per affidare la gestione dell’acquario a privati. Si tratta al momento solo di ipotesi allo studio. «Fisseremo al più presto – aggiunge Spina – un incontro urgente con il sindaco per valutare la fattibilità di questa iniziativa».







L’acquario Mediterraneo era stato inaugurato nel 2003 e
ospitava circa 500 esemplari di fauna ittica, distribuite in una
quarantina di vasche, da quelle di dimensioni medio-piccole a quelle
di grandi dimensioni. L’edificio consta di tre piani: nei primi due si
trovano le vasche, nell’ultimo piano è un’aula per piccole riunioni.

Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano  La Sicilia il 7 febbraio 2015

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