Mamme di San Giovanni Montebello temono chiusura centro giovanile

Resti ancora attivo il centro di aggregazione giovanile di San Giovanni Montebello. E’ la richiesta che fanno alcune mamme al Comune di Giarre.
Tre anni, nel distretto socio-sanitario di Giarre, nell’ambito del progetto “Il grillo parlante” sono nati dei centri di aggregazione giovanile dedicati in particolare, ma non solo, a minori seguiti dai servizi sociali e a minori che necessitano di un sostegno didattico. Le attività previste erano doposcuola e attività socio/ludico/ricreative.
 A San Giovanni Montebello il centro ha sede nel plesso scolastico ove un tempo aveva sede la scuola media Ungaretti. E’ aperto tutti i pomeriggi, da lunedì a sabato, dalle 15 alle 19 ed è frequentato assiduamente da una ventina di ragazzi e bambini, dagli 8 ai 17 anni, anche se gli iscritti sono una trentina. Vi lavorano due operatori: un educatore e un’animatrice; negli ultimi tempi sono presenti anche degli aiutanti che rientrano in un progetto dei cantieri di servizio.  





Per i ragazzi nella frazione questo centro è una grande risorsa soprattutto perchè l’unica alternativa, come spiegano le mamme, è la strada. E sempre le mamme riferiscono dei benefici che hanno tratto dalla frequenza di questo centro i loro figli che hanno registrato miglioramenti a scuola.
Le attività dovevano finire già a dicembre ma dureranno sino a febbraio per consentire agli operatori di completare le ore previste dal progetto. Adesso le mamme temono la chiusura di questo centro, la perdita per i loro figli di un punto di riferimento in un paese che non offre alternative e che, senza la dovuta continuità, vadano perduti il lavoro fatto con i ragazzi e i loro progressi. Le famiglie hanno anche scritto una lettera al sindaco.
Dalla disastrata Regione siciliana paiono improbabili altri fondi. L’unica speranza è che il Comune trovi le risorse necessarie, anche se le esigenze che devono affrontare i Comuni sono tante, tutte importanti, e i soldi sono sempre meno.
Abbiamo posto la questione all’assessore alle politiche sociali, Giovanni Finocchiaro, sangiovannese e ben consapevole di tutta la questione: «Ne abbiamo parlato la settimana scorsa con il sindaco – ci dice - cercheremo in tutti i modi di proseguire l’attività di questo centro almeno per altri tre mesi», ci ha assicurato.
La speranza è che, in qualche modo, ci sia una continuità, una volta tanto che c’è un servizio pubblico che funziona e che è apprezzato dai cittadini.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 25 gennaio 2015

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