Comune di #Giarre, bloccate le telefonate in uscita

“Pronto chi parla?”. Di certo nessuno che telefona dal Comune di Giarre visto che, da un mese circa, dai telefoni dell’Ente non si può telefonare, ma solo ricevere telefonate. Le chiamate in uscita sono state bloccate dalla Telecom, a seguito del mancato pagamento di alcune bollette. La situazione è più complessa di quello che potrebbe sembrare e non dipende dalla mancanza di soldi ma da un’attività del sindaco Bonaccorsi di monitoraggio e riordino dei servizi
che il Comune paga alla Telecom. «Non si può pagare senza capire cosa si sta pagando – spiega il primo cittadino -. Le spese telefoniche sono state una delle prime voci che ho attenzionato. Questo Comune spendeva una cifra enorme di spese telefoniche e non capivo il perché. Esaminando le bollette ci siamo accorti che dentro c’è una quota relativa al leasing per il telecontrollo, voluto dalla precedente amministrazione e finanziato dalla Telecom. Circa 100mila euro a bimestre. A questi si aggiungono altri 70mila euro a bimestre per altri servizi. Ho cercato quindi di scindere il canone, le spese telefoniche da tutto il resto. Ma non è possibile: da sei-sette mesi sono stati bloccati i pagamenti e la Telecom ha interrotto le telefonate in uscita. Ci siamo rivolti al Comitato regionale per le comunicazioni che la scorsa settimana ha convocato noi e i dirigenti Telecom di Napoli. Abbiamo concordato che pagheremo l’arretrato solo dei canoni, che Telecom ha scorporato, e andiamo verso una conciliazione per tutto il resto.






Ho chiesto poi una copia dei contratti relativi ai servizi che Telecom fornisce per censire tutte le attività e riorganizzarle: ci siamo, infatti, resi conto che nelle bollette ci sono servizi pagati due volte o pagamenti per servizi non più utilizzati.  Telecom si è detta disponibile e andiamo verso una soluzione». Resta il mistero della sparizione di alcuni contratti di fornitura di beni di Telecom al Comune, vicenda su cui sta indagando la Procura. 
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 2 dicembre 2014

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